ยซLa potenza era nelle mani di Cristo; e quei cinque pani erano come semi,
non affidati alla terra,
ma moltiplicati da colui che ha fatto la terraยป.
SantโAgostino,ย Omeliaย 24, 1
La fame immagine del desiderio
Quando ci manca qualcosa, ci rendiamo conto se e quanto sia importante per noi. ร la dinamica dellโassenza e dellโimmaginazione. Ma รจ anche la dinamica che sta alla base del desiderio. Sperimentare che ci manca qualcosa, per quanto possa essere una situazione drammatica, ci mette in moto e ci spinge a cercare. La mancanza genera in noi delle domande.
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Da sempre, la sete e la fame sono simboli che ogni cultura ha utilizzato come segno del desiderio, e nella Bibbia in particolare sono lโespressione della ricerca di quello che รจ essenziale per vivere.
La fame ci ricorda infatti che non siamo autosufficienti, abbiamo bisogno della realtร esterna per poter sopravvivere. Mangiare significa infatti introdurre dentro di noi qualcosa che non ci appartiene. Questo cibo puรฒ essere ricevuto come dono o comprato o persino rubato: il modo in cui rispondiamo alla nostra fame dice anche il rapporto che abbiamo con il mondo. Abbiamo fame di affetto, di riconoscimento, abbiamo fame di giustizia, abbiamo fame di relazioniโฆma come rispondiamo a questa fame? Quali sono le strade che scegliamo per rispondere a questa mancanza che inevitabilmente ci abita?
La vera risposta al desiderio
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Il Vangelo di Giovanni รจ fin dallโinizio unโeducazione del desiderio: che cercate? chiede Gesรน ai discepoli di Giovanni Battista che lo seguono. Da quel momento, il Vangelo mostra come il maestro prende sul serio il desiderio del discepolo, quel desiderio ancora confuso e inespresso, e accompagna il discepolo di ogni tempo a comprendere che solo lui, Gesรน, รจ la risposta vera e piena al nostro desiderio piรน profondo. ร Gesรน il pane vero che nutre la nostra anima.
La vera risposta alla fame di ogni uomo
Non a caso il capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, da cui sono tratti i versetti di questa domenica, รจ introdotto da un riferimento alla Pasqua (dei Giudei) ormai vicina: portando a compimento il senso della pasqua ebraica, Gesรน dona se stesso come cibo per lโumanitร . Gesรน non dร semplicemente un pane che sfama il bisogno temporaneo dellโuomo, ma dร se stesso affinchรฉ egli possa essere la risposta eterna alla fame di ogni uomo.
Il dono o la relazione?
I discepoli di ogni tempo fanno fatica a capire come Gesรน possa costituire questa risposta fondamentale al proprio desiderio. Ci troviamo infatti davanti a un momento dellโitinerario di Gesรน segnato dalla crisi e dallโincomprensione: i segni vengono interpretati erroneamente. Il brano di questa domenica traduce plasticamente questa crisi, attraverso unโinclusione, un inciso posto allโinizio e alla fine, che mette in evidenza una differenza sostanziale e una profonda solitudine del maestro: allโinizio Gesรน sale su un monte con i suoi discepoli, alla fine ritroveremo Gesรน su un monte tutto solo. La gente, persino i discepoli piรน stretti, alla fin fine, cercano il pane, non Gesรน, si concentrano sul dono non sul donatore. A noi interessa ciรฒ che Dio puรฒ fare per noi o la relazione con lui? Ci interessa risolvere i nostri problemi o attraversare i problemi rimanendo stretti a Gesรน?
Tra buon senso e crudo realismo
I discepoli hanno ascoltato le parole del maestro, hanno visto molti segni, eppure non credono ancora che Gesรน possa effettivamente intervenire nella storia dellโumanitร . Gesรน crea le condizioni per far emergere i loro criteri. Filippo rappresenta qui la voce del buon senso. Egli guarda alla realtร , la analizza numericamente, e conclude che il problema non puรฒ essere risolto. Anche Andrea si arrende davanti alla spietatezza della realtร : cโรจ una sproporzione tra il problema e le risorse a disposizione. In questi discepoli possiamo rivedere la nostra fiducia nelle risorse puramente umane: Gesรน รจ con noi, lo abbiamo ascoltato, abbiamo vissuto con lui, abbiamo sperimentato la sua presenza, ma ancora non crediamo veramente che egli possa agire e trasformare la nostra vita. Gesรน resta ancora una presenza irrilevante. ร un profeta, come dirร alla fine la folla, un bravo maestro, ma i problemi della vita sono unโaltra cosa e dobbiamo pensare noi come risolverli.
Non manco di nulla
Giร nei capitoli precedenti, il Vangelo di Giovanni aveva messo in evidenza la dinamica dellโimperfezione e della mancanza: Gesรน desidera dare pienezza alla nostra vita. Questa dinamica รจ resa da Giovanni attraverso il rimando a un settimo, che indica la pienezza e colma lโimperfezione del sei: cโerano 6 giare a Cana che contenevano lโacqua trasformata in vino, ma il costato di Gesรน, da cui scaturiscono sangue e acqua, รจ le vera giara; la Samaritana aveva avuto sei uomini, ma solo il settimo, Gesรน, รจ lo sposo vero. Forse รจ solo una suggestione, ma i discepoli non si sono accorti di avere giร a disposizione la pienezza: hanno a disposizione 7 elementi (5 pani e 2 pesci). Hanno tutto, ma non se ne rendono conto. Quando siamo con Gesรน non abbiamo da temere, perchรฉ non ci manca nulla!
Quando siamo con lui infatti il deserto fiorisce: cโera molta erba in quel luogo. Anche Israele aveva ricevuto il dono della manna, mentre si trovava perรฒ ancora nel deserto. Ora Gesรน rende verdeggianti i luoghi che attraversiamo con lui, persino quei luoghi in cui sperimentiamo la fame.
Entrare nella logica del dono
In questo brano Gesรน non moltiplica e non divide i pani e i pesci, semplicemente li dona. Forse questo cambiamento dei verbi ci invita anche a entrare in una modalitร diversa di affrontare la vita: si tratta di uscire da un criterio quantitativo, un criterio economico, ed entrare in una logica della donazione. Noi siamo sempre preoccupati di prendere o di distribuire, qui si tratta semplicemente di donare. ร unโimmagine della nostra vita: siamo spesso portati a cercare strategie per distribuire il nostro affetto, a cercare di capire dove possiamo guadagnare di piรน o dove ci conviene investire. Gesรน ci invita a entrare in una logica che metta da parte il calcolo e si preoccupi solo di donare.
ร cosรฌ che si sperimenta una sovrabbondanza: lโamore non si esaurisce, ma genera amore. Avanzano dodici ceste: chissร , forse una per ogni discepolo, affinchรฉ possano ricordarsi almeno per un poโ quello che hanno sperimentato. Eppure, come dicevamo allโinizio, Gesรน si ritrova da solo, incompreso. Il suo messaggio non รจ passato. E forse anche noi siamo tra quei discepoli che ancora non lo hanno capito, forse piรน interessati a risolvere i propri problemi che a crescere nella relazione con lui.
Leggersi dentro
- Di cosa hai fame in questo tempo della tua vita?
- Quali sono i doni che Dio ti ha dato e che puoi mettere a disposizione del suo Regno?
Per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I.
Fonte