Dopo aver delineato una sorta di โDNAโ del credente (dallโXI alla XIV domenica), la liturgia ci haย presentato lโinvio dei Dodici da parte di Gesรน (XV domenica) e il loro ritornare da Gesรน dopo la missione (domenica scorsa), affaticati dal servizio svolto, tanto che Gesรน prende in disparte i suoi perย permettere loro di riposare.
Ma qui avviene qualcosa di particolare: la folla precede Gesรน e ilย gruppo dei Dodici nel luogo dove loro erano diretti. Di fronte a quella gente Gesรน prova compassione, perchรฉ li considera come pecore senza pastore: cosรฌ insegna loro qualcosa (Mc 6,14) e donaย loro il pane di vita (Mc 6,35-44). Ma questi pochi ultimi versetti la liturgia li omette perchรฉ sceglie diย riprenderli attraverso la pagina del 6ยฐ capitolo del vangelo di Giovanni il quale, non solo riporta laย stessa scena di Marco, ma la sviluppa. Cosรฌ, per alcune domeniche, ascolteremo la riflessione diย Gesรน sul tema del pane di vita, come presentato dallโevangelista Giovanni.ย ย
Il testo del vangelo oggi viene preceduto da un brano tratto dal 2ยฐ libro dei Re, dove Eliseo, pur avendo pochi pani, riesce a provvedere e a saziare la folla presente. Importanti sono le parole con le quali si conclude il testo: โMangiarono e ne fecero avanzareโ. Espressione che rimanda alla profezia di Isaia, dove si parla di pace e di abbondanza (11,6-9), perchรฉ โ come recita il salmo scelto dalla liturgia โ EgliโApre la mano e sazia ogni viventeโ. Esperienza che troverร il suo apice in Gesรน, Colui che sazia le folle e anticipa il โpane del cieloโ. Entriamo quindi nel testo del vangelo.
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vv. 1-4: โGesรน passรฒ allโaltra riva del mare di Galilea, cioรจ di Tiberiade, e lo seguiva una grande follaโฆ Gesรน salรฌ sul monte e lร si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudeiโ.
In questi primi versetti viene contestualizzata la scena che permette di ricollegarci a domenicaย scorsa. Lโelemento piรน importante, perรฒ, รจ dato dalla vicinanza della Pasqua, che viene qui citataย ma che farร da sfondo a tutto il brano, anche perchรฉ i gesti di Gesรน rimandano alla figura di Mosรจย e ai quarantโanni di Israele nel deserto: Gesรน sale sul monte (cfr Mt 5,1 Discorso della Montagna; Mc 3,13ย per la chiamata dei Dodici; Mosรจ sul monte Sinai, Es 24), Mosรจ riceve le tavole della legge sul monte โ Es 24;ย Gesรน โsi pose a sedereโ sul monte (atteggiamento del Maestro: Mc 4,1; Mt 5,1).; Mosรจ procura da mangiareย al popolo (Es 16), cosรฌ Gesรน.ย ย
vv. 5ss: โAllora Gesรน, alzร ti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: โDove potremo comprare il pane perchรฉ costoro abbiano da mangiare?โ Diceva cosรฌ per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiereโ.
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Il dialogo tra Gesรน e Filippo offre la cornice di quanto Egli sta per fare, il significato del suo gesto. โDove potremo comprareโฆโ รจ unโespressione utilizzata da Giovanni per indicare che la prove nienza รจ Gesรน stesso, mandato dal Padre (cfr Gv 2, a Cana: non sapevano da dove provenisse il vino; in Gv 3, Nicodemo, non sai da dove viene il soffio di vita; con la Samaritana, Gv 4, da dove prende lโacqua). Esempi che segnalano che gli interlocutori di Gesรน โnon sannoโ da dove provenga il dono che stanno per ricevere.
v. 7: โGli rispose Filippo: โDuecento denari di pane non sono sufficienti neppure perchรฉ ognuno possa riceverne un pezzoโ.
Chi oggi โnon saโ da dove proviene il dono รจ Filippo, il quale tenta di chiudere il dialogo quantificando economicamente le possibilitร : โDuecento denariโ. Quasi a suggerire che ciรฒ che รจ possibile ottenere, lo si puรฒ fare solo quantificandolo economicamente.
v. 8: โGli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: โCโรจ qui un ragazzo che ha cinque pani e due pesci; ma che cosโรจ questo per tanta gente?โ.
Il farsi avanti di Andrea, รจ comunque caratterizzato dalla stessa logica di Filippo: โChe cosโรจ questoย per tanta gente?โ. Ma ciรฒ che qui interessa, รจ la libertร condivisiva di un bambino: โCโรจ qui un ragazzoโ, il quale mette a disposizione quel poco che ha: โSe non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieliโ (Mt 18,3). Lโepisodio ricorda e rimanda allโesperienza di Eliseo che la liturgia ci ha offerto come prima lettura. (Episodio che ricorda anche la vedova al tempio, la quale viene apprezzataย da Gesรน, perchรฉ lei dona quanto ha per vivere, mentre lo scriba dona il superfluo cfr Mc 12,41ss) v. 9-11: โRispose Gesรน: โFateli sedereโ. Cโera molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesรน prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanti ne volevanoโ.ย ย
Lโevangelista annota che cโera molta erba: lโespressione richiama i tempi ultimi, quelli dell’abbondanza (cfr Sal 72). Il numero cinquemila indica la primitiva comunitร cristiana (cfr Atti 4,4), ma anche il fatto che si tratta di un multiplo di 50, che a sua volta indica lโazione dello Spirito (cinquanta=Pentecoste).
Allora Gesรน prese i pani e, dopo aver reso grazie, – parole che ricordano lโeucaristia – li diede a quelli che erano seduti, il termine seduti compare per la terza volta, ma Gesรน omette unโazione molto importante: non richiede il lavaggio rituale delle mani. Non cโรจ bisogno di purificarsi per mangiare il pasto del Signore, quasi a suggerire che รจ il pasto/cibo/pane del Signore quello che purifica le persone.
v. 12-15: โQuando furono saziati, disse ai suoi discepoli: โRaccogliete i pezzi avanzati, perchรฉ nulla vada perdutoโ. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani dโorzo, avanzati a coloro che avevano mangiatoโ.
Se la manna era limitata (cfr Es 16,17), qui cโรจ abbondanza, tanto che al termine vengono riempiti dodici canestri, come dodici erano le tribรน dโIsraele. A suggerire che tutta la nazione viene sfamata.
vv. 14-15: โAllora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: โQuesti รจ davvero il profeta, colui che viene nel mondoโ. Ma Gesรน sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirรฒ di nuovo sul monte, lui da soloโ.
Come Mosรจ si ritira sul monte dopo il tradimento del popolo che adorava un vitello dโoro, cosรฌ Gesรน si ritira di nuovo da solo sul monte, ora che la gente lo indica come il nuovo profeta (cfr Dt 18,15-18). Gesรน non รจ venuto per diventare re di questa terra (cfr Gv 18,35-38): Egli ha moltiplicato i pani non per fare colpo sulla folla, ma per dare loro un โsegnoโ (cfr Gv 6,26).
A partire da questa Parola, intuiamo che la moltiplicazione dei pani e dei pesci risponde alla โcom passioneโ provata da Gesรน di fronte alla folla. ร un Gesรน che si fa โprossimoโ e che nel suo fareย cerca di coinvolgere altri: โDove potremo comprare il paneโฆโ, domanda a Filippo, e oggi a me e aย ciascuno di noi. Dal testo capiamo che possiamo agire in due modi: da perfetti calcolatori โDue cento denari, non sono sufficientiโฆโ, facendo conto sulle nostre possibilitร ; oppure animati dallaย spontaneitร e dalla fiducia di quel โfanciulloโ che cโรจ in ciascuno di noi: โCโรจ qui un ragazzoโ.
E Gesรนย sfamerร la folla con la โgenerositร condivisivaโ di questo ragazzo, non certo con il calcolo dei suoiย discepoli. Potremmo dire che come Gesรน ha provato compassione, cosรฌ quel ragazzo si รจ mossoย per lo stesso motivo, si รจ cioรจ lasciato interpellare, toccare da quella folla affamata.ย Ma Gesรน non si รจ limitato a dare da mangiare. Domenica scorsa abbiamo visto che prima di tuttoย Gesรน si รจ โsedutoโ e ha donato il โpane della parolaโ, la sua attenzione, la sua premura, la suaย tenerezza, la sua consolazioneโฆ Un modo di fare che rivela un modo di essere: Dio รจ Amore, รจย compassione, รจ Misericordia.
E sa donare ai figli non quello che vogliono, ma ciรฒ di cui hanno bi sogno: pane, libertร , giustizia, pace e, con tutto questo, anche il suo amore divino.ย Se ora torniamo al vangelo, e lo seguiamo quasi al rallentatore, noteremo alcuni dettagli importanti. Il ragazzo, mosso anche lui da compassione, offre ciรฒ che ha, e pazienza se sono solo cinqueย pani e due pesci. Su cinquemila uomini, solo questo ragazzo esce allo scoperto, solo lui si lasciaย coinvolgere dalla compassione di Gesรน. Solo lui ha il coraggio di rischiare per lโaltro.ย Ricevuti i pani e i pesci, Gesรน li prese, rese grazie, li diede a quelli che erano seduti. Gesti e paroleย richiamano lโEucaristia: Gesรน prese il pane, rese grazie, lo spezzรฒ, lo diede loro.
Nel gesto di quelย ragazzo รจ custodita la dinamica dellโEucaristia: spetta a ciascuno di noi, o meglio, spetta al ragazzoย che รจ in ciascuno di noi, trovare sempre il coraggio di uscire dallo sterile calcolo e mettersi in giocoย facendo forza non tanto sulle proprie capacitร e competenze (come i discepoli sulla barca, i quali sveglianoย Gesรน solo nel momento della tempesta, Mc 4,35ss, XII domenica t.o.), quanto sulla forza che solo Gesรน saย offrire, evitando quindi di restare prigionieri del calcolo, dellโovvietร , del โso giร tuttoโ (come i nazareni in sinagoga, i quali rifiutarono di riconoscere Gesรน quale profeta, Mc 6,1ss, XIII domenica t.o.). Solo se si entra nella logica del โdonoโ, della โcondivisioneโ โ e qui piรน che moltiplicazione, il veroย miracolo รจ questo ragazzo che ha โcondivisoโ โ si entra nel segno di ciรฒ che farร Gesรน con la suaย stessa vita, fino a farne โcorpoโ per noi -: solo se si entra in questa logica, allora ce ne sarร per tuttiย e ne avanzerร . Perchรฉ chi apre la mano e offre ciรฒ che ha con Dio e a Dio, sazia ogni vivente (cfrย salmo).
A noi rompere gli schemi, uscire dalla paura di domandarci: โChi sono io? Come posso con iย miei limiti aiutare Gesรน oggi?โ. Se facciamo conto su noi stessi non ne usciremo, ma se porremo inย Dio la nostra fiducia e speranza, se ci lasceremo guidare dagli slanci del cuore ispirati da Dio, Luiย stesso provvederร (cfr Gv 2, nozze di Cana, dove Gesรน si rivela con il primo dei segni). Ripensiamo alla vita dei Santi: se avessero agito in base alle loro forze e possibilitร economiche,ย oggi non avremmo san Francesco dโAssisi, santa Teresa dโAvila, san Daniele Comboni, San Giovanni Bosco, le sante Bartolomea e Vincenza, santa Teresa di Calcuttaโฆ il beato Piergiorgio Frassatiโฆ o la beata Benedetta Bianchi Porroโฆ solo per citarne alcuniโฆ e chissร da quanti santi dellaย porta accanto abbiamo ancora imparato. Spetta dunque a noi uscire dagli schemi umani e abbandonarci alla logica di Gesรน.ย ย
Ma cโรจ un dato che emerge. Non si tratta tanto di restare incantati di fronte ai pani donati e moltiplicati, o alle dodici ceste avanzate, quanto su Chi ha permesso tutto questo: Gesรน รจ โil pane della vitaโ (Gv 6,35), lโunico pane capace di sfamare per la vita eterna (Gv 6,51). La cosa che possiamo capire e imparare, รจ che il Signore ancora una volta non guarda all’apparenza, ma al cuore. Non guarda a quanto abbiamo, ma a quanto siamo capaci di mettere nelle sue mani, fidandoci di Lui, di sorella provvidenza. Potremmo dire che รจ la logica dellโincarnazione, del rischio. Ciรฒ che conta รจ che tutto passi per le mani di Gesรน, che non si stendono per prendere e possedere (vedi Adamo ed Eva, Gn 3), ma per donare, per condividere. LโEucaristia รจ il sacramento del pane di vita eterna, della condivisione, del rendere grazie. โChi troppo vuole nulla stringeโ, dice il detto. E qui Gesรน cโinsegna che piรน ti apri a Lui e agli altri, piรน ricevi.
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.