Iª lettura 2Re 4,42-44 dal Salmo 144 IIª lettura Ef 4,1-6 Vangelo Gv 6,1-15
Il servitore del profeta Eliseo non riusciva ad obbedirgli. L’ordine del suo maestro era troppo insolito: se gli avesse ubbidito, avrebbe fatto brutta figura, secondo il suo modo di vedere. Doveva mettere davanti a cento uomini soltanto venti pani d’orzo: era davvero poco. Meglio addirittura mettere niente, lasciando che ognuno s’arrangi!
Ma Eliseo ripete l’ordine: il servo gli deve ubbidire. Così la gloria di Dio si può manifestare: Dio stesso ubbidisce alle parole d’amore del suo servo.
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Il segno dell’amore del Padre si ripete, grazie alle parole di Gesù. I suoi discepoli, trovandosi in una situazione ancor più precaria di quella del profeta, riescono solo a fare calcoli col denaro. Filippo prima e poi Pietro, nemmeno ricordano il fatto di Eliseo, e fanno, l’uno calcoli sulla quantità di denaro occorrente, l’altro sulla povertà della loro bisaccia: tutt’e due disperano di poter aiutare quella gente. Gesù invece sa d’essere amato dal Padre, e sa che il Padre fa i calcoli non col denaro, ma con il suo amore. Il Padre ama non solo i suoi discepoli, ma anche tutta quella folla di cinquemila uomini che da giorni lo seguono per ascoltarlo. Egli è certo che il Padre provvederà.
Gesù sale sul monte, sapendo che il monte è il luogo dove si manifesta all’uomo la presenza e la bellezza di Dio: Dio si manifesterà grazie alla sua fede e attraverso le parole con cui egli lo ringrazierà, e attraverso i gesti semplici, ma sicuri, della sua confidenza nel Padre. Per compiere la manifestazione della presenza e della bontà di Dio, Gesù però vuole la collaborazione dell’uomo: dei suoi discepoli, ma anche di un ragazzo, che offre le proprie poche cose e le consegna alle sue mani.
Cinque pani e due pesci diventano il simbolo dei miracoli di Dio! Quando qualcuno gli sa dare tutto, tutto quel che ha e tutto quel che è, egli può operare prodigi, così da mostrarci chiaramente qual è la sua volontà per noi: egli vuole che noi condividiamo tutto, che viviamo davvero come fratelli, come figli veri di un Dio che è amore.
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Anche le raccomandazioni dell’apostolo ai cristiani vanno in questa direzione: siete fratelli, dunque… vivete amandovi come fratelli.
Siete fratelli, ma non perfetti: siete ancora peccatori, quindi sopportatevi, non permettete che i vostri difetti e i vostri peccati abbiano un influsso maggiore della vostra fraternità. Siete fratelli, quindi state uniti, nella pace, adoperando dolcezza, umiltà e magnanimità.
Siete fratelli perché Dio è vostro Padre, quindi non permettete che i vostri peccati o quelli dei vostri fratelli cancellino questa vostra identità: perdonatevi, abbiate misericordia, vivete, non per mantenere i vostri interessi, ma per dar gloria al vostro Padre.
San Paolo insiste sul fatto che siamo uniti in un solo corpo per opera di Gesù, e non abbiamo quindi nessun diritto e nessun motivo valido per rovinare questa unità. Noi riteniamo che i peccati degli altri fratelli o i nostri interessi siano motivi validi per litigare, ma in tal modo roviniamo ciò che abbiamo di meglio, la nostra unità e, soprattutto, ostacoliamo l’avverarsi del regno di Dio.
L’interesse materiale degli uomini ha costretto Gesù ad allontanarsi da quella folla saziata dal pane uscito dalla sua preghiera e dalla sua mano. La gente lo voleva re, un re che distribuisce il pane gratuitamente, un re che ubbidisce ai loro desideri, e quindi alla loro volontà. Non avevano capito che per mangiare il pane nella gioia bisogna essere fratelli e rinunciare ognuno al proprio interesse.
La gente non aveva riconosciuto in lui l’Inviato di Dio, mandato a toglierci il peccato che divide. Gesù si è ritirato sul monte, questa volta da solo, per aiutare la gente a prendersi la propria responsabilità, ripensando più in profondità il fatto che aveva vissuto. Egli, sul monte, da solo, avrà di nuovo l’occasione preziosa di vivere in intimità col Padre suo, di ascoltarlo, di rafforzarsi nell’obbedienza al suo volere, di offrirsi con decisione ai suoi disegni. Vince in tal modo di nuovo la tentazione di adottare i metodi del mondo che è venuto a salvare dagli inganni egoistici e menzogneri del tentatore.
Noi lo seguiamo: Ci ritiriamo con te nel silenzio, Gesù. E da te riceveremo luce e forza a seguirti, fin che insieme a te arriveremo a godere la pienezza dell’amore del Padre tuo e nostro.