Vedere, avere compassione, insegnare!
Nel Vangelo di oggi abbiamo ascoltato che gli Apostoli, dopo lโesperienza della loro prima missione, sono tornati contenti ma anche stanchi. Hanno riferito a Gesรน ยซtutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnatoยป.
Dopo questโesperienza, certamente entusiasmante ma anche faticosa, essi hanno unโesigenza di riposo. E Gesรน, pieno di comprensione, si preoccupa di assicurare loro un poโ di sollievo e dice: ยซVenite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un poโยป. Con questo atteggiamento Gesรน ci dร un insegnamento prezioso.
Anche se gioisce nel vedere i suoi discepoli felici per i prodigi della predicazione, non si dilunga in complimenti e domande, ma si preoccupa della loro stanchezza fisica e interiore. E perchรฉ fa questo? Perchรฉ li vuole mettere in guardia da un pericolo, che รจ sempre in agguato anche per noi: il pericolo di lasciarsi prendere dalla frenesia del fare, cadere nella trappola dellโattivismo, dove la cosa piรน importante sono i risultati che otteniamo e il sentirci protagonisti assoluti.
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Quante volte accade anche nella Chiesa: siamo indaffarati, corriamo, pensiamo che tutto dipenda da noi e, alla fine, rischiamo di trascurare Gesรน e torniamo sempre noi al centro. Per questo Egli invita i suoi a riposare un poโ in disparte, con Lui. Non รจ solo riposo fisico, รจ anche riposo del cuore. Perchรฉ non basta โstaccare la spinaโ, occorre riposare davvero.
E per riposare davvero dobbiamo fermarci, stare in silenzio, pregare, per non passare dalle corse del lavoro alle corse delle ferie. Gesรน non si sottraeva ai bisogni della folla, ma ogni giorno, prima di ogni cosa, si ritirava in preghiera, in silenzio, nellโintimitร con il Padre. Il suo tenero invito โย riposatevi un poโย โ dovrebbe farci riflettere. Riflettere a non preoccuparci dellโefficientismo, riflettere a fermare la corsa frenetica che detta le nostre agende. Impariamo a sostare, a spegnere il telefonino, a contemplare la natura, a rigenerarci nel dialogo con Dio!
Tuttavia, il Vangelo narra che Gesรน e i discepoli non possono riposare come vorrebbero perchรฉ ยซMolti li videro partire e capirono โฆ e li precedetteroยป. E a questo punto lโevangelista ci offre unโimmagine di Gesรน di singolare intensitร , โfotografandoโ, per cosรฌ dire, i suoi occhi e cogliendo i sentimenti del suo cuore. Lโautore sacro, infatti, scrive che Gesรน ยซsceso dalla barca, vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perchรฉ erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte coseยป.
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In questa breve frase, lโevangelista ci offre un flash di singolare intensitร , fotografando gli occhi del divino Maestro e il suo insegnamento. Osserviamo i tre verbi di questo fotogramma: vedere, avere compassione, insegnare. Li possiamo chiamare i verbi del Pastore. Lo sguardo di Gesรน non รจ uno sguardo neutro o, peggio, freddo e distaccato, perchรฉ Gesรน guarda sempre con gli occhi del cuore. E il suo cuore รจ cosรฌ tenero e pieno di compassione, che sa cogliere i bisogni anche piรน nascosti delle persone. Inoltre, la sua compassione non indica semplicemente una reazione emotiva di fronte ad una situazione di disagio della gente, ma รจ molto di piรน: รจ lโattitudine e la predisposizione di Dio verso lโuomo e la sua storia. Gesรน appare come la realizzazione della sollecitudine e della premura di Dio per il suo popolo.
Dato che Gesรน si รจ commosso nel vedere tutta quella gente bisognosa di guida e di aiuto, ci aspetteremmo che Egli si mettesse ad operare qualche miracolo. Invece, si mise aย insegnareย loro molte cose. Ecco il primo pane che il Messia offre alla folla affamata e smarrita: il pane della Parola. Tutti noi abbiamo bisogno della parola di veritร , parola che guidi e illumini il nostro cammino. Senza la veritร , che รจ Cristo stesso, non รจ possibile trovare il giusto orientamento della vita.
Quando ci si allontana da Gesรน e dal suo amore, ci si perde e lโesistenza si trasforma in delusione e insoddisfazione. Con Gesรน al fianco si puรฒ procedere con sicurezza, si possono superare le prove, si progredisce nellโamore verso Dio e verso il prossimo. Gesรน si รจ fatto dono per gli altri, divenendo cosรฌ modello di amore e di servizio per ciascuno di noi.
Preghiamo Maria Santissima, che ha coltivato il silenzio, la preghiera e la contemplazione, affinchรฉ si muova sempre a tenera compassione per noi suoi figli e ci aiuti a farci carico dei problemi, delle sofferenze e delle difficoltร del nostro prossimo, mediante un atteggiamento di condivisione e di servizio. Amen!
Don Lucio D’Abbraccio
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