HomeVangelo della DomenicaP. Joseph Heimpel - Commento al Vangelo di domenica 21 Luglio 2024

P. Joseph Heimpel – Commento al Vangelo di domenica 21 Luglio 2024

Domenica 21 Luglio 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 6, 30-34

Troviamo di frequente nella S. Scrittura, dell’AT e NT, l’immagine del pastore e delle pecore, che descrive il rapporto tra il popolo e le sue guide incaricate da Dio. In ultima analisi Cristo รจ il โ€œBuon Pastoreโ€, che guida l’umanitร  all’ovile celeste (cfr. Gv 10,1ss.); e il Buon Pastore dร  ai suoi discepoli il compito pastorale: โ€œpasci i miei agnelli, pasci le mie pecoreโ€ฆโ€ (Gv 21,15ss.).

L’evangelista Marco delinea nel VI capitolo un quadro generale del annuncio evangelico. Gesรน manda i suoi discepoli per annunciare il suo Regno, per scacciare gli spiriti maligni e curare ogni infermitร  nel popolo, come abbiamo sentito nel Vangelo della domenica scorsa. Vale a dire, Egli manda i discepoli come suoi rappresentanti per cooperare alla sua opera di salvezza. Ed Egli li manda in un mondo ostile, dove spesso sembra che prevalga il male, l’arroganza e la persecuzione.

In seguito al racconto dell’invio dei discepoli Marco riporta infatti l’episodio del martirio di Giovanni Battista, ordinato dal re-tiranno Erode. I pastori e predicatori della Chiesa devono spesso affrontare l’ostilitร  e la chiusura del mondo. Dopo la parentesi del martirio del Battista, Marco racconta il momento del ritorno dei discepoli da questa prima missione di โ€œevangelizzazioneโ€: โ€œโ€ฆ si riunirono attorno a Gesรน e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnatoโ€ (6,30).

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L’evangelista non dร  dei particolari storici di questa โ€œcondivisioneโ€ degli apostoli. Ne possiamo trovare alcuni negli Atti e nelle Lettere degli Apostoli. Ma intanto la costruzione della sentenza di Marco giร  mostra un aspetto fondamentale dell’evangelizzazione: occorre che il pastore e predicatore prima faccia e poi annunci, mediante la parola, ciรฒ che Gesรน ha fatto e insegnato.
Segue poi un passaggio molto bello, che esprime la tenera, paterna, preoccupazione di Gesรน per i discepoli: โ€œ egli disse loro: Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un poโ€ (6,31).

รˆ vero, Gesรน รจ esigente con i discepoli, per quanto riguarda l’opzione della povertร  e della rinuncia al mondo, come abbiamo sentito nel Vangelo della domenica scorsa. Ma al contempo Egli conosce bene i loro limiti e bisogni umani. I discepoli non possono lavorare e faticare ininterrottamente. Fa parte dell’umiltร , quale virtรน morale, necessaria per l’evangelizzatore, riconoscere il proprio limite e bisogno di riposo. Cosรฌ Gesรน porta i discepoli in barca all’altra riva del lago di Genesaret.

Ma, cosรฌ riferisce l’evangelista: โ€œmolti li videro partire e capirono, e da tutte le cittร  accorsero lร  a piedi e li precedettero โ€ (6,32s.). Il dettaglio storico contiene un significato teologico, ovvero: anche il limite umano degli annunciatori del Vangelo contribuisce all’evangelizzazione delle genti. Il ritiro di Gesรน e dei suoi discepoli spinge le folle ad โ€œseguirliโ€, anzi, le โ€œfolleโ€, correndo a piedi, precedono Gesรน e gli apostoli.

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รˆ una condizione, per entrare nel Regno di Cristo, uscire dalle proprie comoditร  e sicurezze; รจ necessario, per essere salvati, di fare il cammino, spesso faticoso, di fede, โ€œprecedendoโ€ quasi gli evangelizzatori, con il desiderio ardente di incontrare Cristo. Di qui nuovamente l’espressione della tenerezza paterna di Gesรน, questa volta per la folla accorsa: โ€œSceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perchรฉ erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte coseโ€ (6,34).

L’immagine delle pecore disperse, senza pastore, era giร  ricorrente nei profeti (cfr. Ger 23; Ez 34); essa descrive la condizione degli uomini che non conoscono Cristo. Le pecore disperse sono facile preda delle bestie selvatiche, esse moriranno di fame e di stenti. Gesรน รจ il โ€œBuon Pastoreโ€, pieno di amore e di compassione per le folle. Il cammino faticoso di ricerca di Gesรน apre i loro cuori alle Sue parole. Ogni uomo ha bisogno della parola di Dio, per vivere, come giร  Mosรจ ha insegnato gli Israeliti nel deserto: โ€œnon di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca del Signoreโ€ (cfr. Dt 8,3).

Il primo e piรน importante compito della Chiesa รจ pertanto: amministrare e dispensare la Parola di Dio. Le โ€œmolte coseโ€ che Gesรน insegna alle โ€œfolleโ€ di sempre, anche ai popoli nel tempo di oggi, sono quelle riportate nei Vangeli e anche quelle che lo Spirito di Cristo suscita continuamente nel Magistero apostolico. Non รจ solo una semplice replica dei comandamenti di Mosรจ e delle tradizioni degli antichi, come l’avrebbero fatta gli scribi e i farisei. Gesรน fa conoscere a coloro, che lo ascoltano, l’amore di Dio, la sua misericordia, tenerezza e bontร ; e insieme insegna loro anche i suoi comandamenti e consigli, che sono la via per seguire Cristo e per ricevere questi doni di Dio.

In veritร , la parola, che Gesรน rivolge alle folle, รจ capace di radunare le pecore disperse nell’โ€œovileโ€ di Cristo โ€“ che dovrebbe essere la Chiesa, comunitร  dei credenti (cfr. Gv 10,16). La parola di Cristo supera le barriere dell’ingiustizia, dell’odio, del rancoreโ€ฆ, che dividono i singoli e i popoli. San Paolo dichiara nel brano della Lettera agli Efesini, che abbiamo ascoltato nella seconda Lettura: โ€œEgli รจ la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioรจ lโ€™inimicizia, per mezzo della sua carneโ€ฆ Cosรฌ egliโ€ฆ ha creato in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso lโ€™inimicizia. Egliโ€ฆ annuncia la pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini โ€ (Ef 2,14ss.).

Dalla comunione con Dio, attraverso la parola di Cristo, nasce la comunione tra gli uomini. Lungo la storia del cristianesimo i santi predicatori hanno saputo pacificare sanguinosi conflitti, con l’annuncio della Parola di Cristo. Egli doni anche oggi ai pastori della Chiesa di poter superare i muri di separazione e di inimicizia che dividono i popoli.

Quando ha Gesรน ha terminato di insegnare alla folla guarisce i loro malati (come Matteo e Luca raccontano) e, infine, vedendoli affamati, li sfama con i pani miracolosamente moltiplicati (6,31ss.). Con ciรฒ Gesรน indica i ministeri diaconali delle comunitร  ecclesiali. Nessuna persona deve mancare di sostentamento materiale. I ministri della Chiesa devono amministrare e dispensare a tutti i bisognosi i doni, materiali e spirituali, di Dio.

ni di Gesรน] sono stati scritti perchรฉ crediate che Gesรน รจ il Cristo, il Figlio di Dio, e perchรฉ, credendo, abbiate la vita nel suo nomeโ€ (20,31). Cristo doni ai pastori della Chiesa e alle comunitร  ecclesiali di proclamare le sue parole e i suoi segni nel mondo e di essere autentici luoghi di incontro con Dio.

Fonte: “Testimoni della Luce” – questa rubrica a cura di P. Joseph Heimpel, ocd nasce con lโ€™idea di pubblicare meditazioni sul Vangelo festivo, sulla vita cristiana e su questioni attuali, attinenti all’obiettivo principale. Canale Telegram @carmelitanicentroitalia

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