Prudenza e semplicità, eccolo lo stile degli apostoli di Gesù. La prudenza che sa discernere gli eventi, e in essi svelare l’opera di salvezza di Dio e quella distruttiva del demonio, e la semplicità che porta ad annunciare il Vangelo senza orpelli mondani e parole fumose.
Solo un apostolo semplice e prudente saprà stare nella pace e potrà annunciare con coraggio e misericordia il Vangelo che “lo Spirito” farà sorgere sulle sue labbra, anche dinanzi alle difficoltà più grandi, ai turbamenti, ai peccati e ai rifiuti di coloro ai quali è inviato, “ai loro tribunali”, alle “flagellazioni nelle loro sinagoghe”, “davanti ai governatori e ai re” della cultura e del potere di questa società.
Non v’è “nulla di cui pre-occuparsi”, non c’è tempo per “occuparsi” in anticipo di ciò che è ancora nella mente di Dio. L’unica “occupazione”, istante dopo istante, è per noi restare aggrappati al Signore, perché il suo amore colmi ogni spazio della nostra vita.
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Sappiamo, come San Paolo e tutti i martiri, che non ci aspettano altro che catene e persecuzioni, incomprensioni e odio. Non illudiamoci, la testimonianza cristiana oggi, come sempre, non può essere a costo zero, ce lo dice il Vangelo chiaramente: “sarete odiati da tutti”.
L’odio e la persecuzione, potremmo dire, sono la misura della fedeltà della nostra testimonianza. Fallace è la brama di farci accettare dal mondo, la ricerca continua di soluzioni e mediazioni, del dialogo fine a sé stesso.
Il demonio è abilissimo a confondere le acque e a mettere tutto nello stesso calderone. Se la verità non raggiunge la menzogna e non la denuncia, chi vive nelle tenebre resterà schiavo. La semplicità e la prudenza non siano strategie per evitare il rifiuto e le persecuzioni.
In questo caso sarebbero delle caricature, atteggiamenti ipocriti di chi non ha a cuore la salvezza dell’altro ma solo il proprio successo e il salvarsi la pelle. Pazienza e misericordia invece siano le attitudini del cuore dell’apostolo che ha annunciato il Vangelo a “tutti” senza adeguarlo e scolorirlo per renderlo accettabile al pensiero dominante, ed è stato, da “tutti” odiato e rifiutato.
Per riflettere
L’annuncio del regno di Dio non è mai solo parola, mai solo insegnamento. È avvenimento, così come Gesù stesso è avvenimento, parola di Dio in persona. Annunciandolo, conducono all’incontro con Lui. (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, vol. I)
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi