È talmente colpito dallo smarrimento delle pecore di Israele, il Signore, che invia i suoi discepoli e le sue discepole a occuparsene e, in particolare, sceglie un gruppo per stare con lui e imparare ad annunciare.
Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 10 Luglio 2024” su Spreaker.Sono dodici, come le tribù di Israele, segno di pienezza (dodici sono i mesi dell’anno) e sono splendidamente diversi. Gesù riesce a mettere insieme pescatori e intellettuali, conservatori tradizionalisti e pubblici peccatori, uniti dall’unica esperienza e dall’unica missione.
È quanto sperimentiamo anche noi: la Chiesa, quella nel cuore di Cristo non quella a volte piccina che costruiamo, è fatta di persone diverse, peccatori perdonati, innamorati della Parola, empatici verso gli altri, capaci di donare tempo ed energie per dire di Dio. E non importa se, fra i Dodici, ci sono persone che falliranno (praticamente tutte) o che tradiranno: non sono dei perfettini nella fede, ma degli innamorati.
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La Chiesa, quella del cuore di Cristo, il suo sogno, il suo progetto, non è il club dei bravi ragazzi ma la comunità dei peccatori perdonati che sanno accogliere… Matteo è un ebreo che scrive per quegli ebrei che hanno riconosciuto in Gesù il Messia.
Perciò, quando riporta le parole pronunciate dal Signore, sottolinea un dettaglio: occorre occuparsi principalmente delle pecore perdute della casa di Israele, prima che dei samaritani e dei pagani. Matteo è consapevole che la prima missione da compiere è all’interno di Israele, fra coloro che, pur essendo credenti, pur rispettando a grandi linee le prescrizioni della Legge, non hanno fatto veramente l’esperienza di Dio.
Così per noi, oggi: pur vivendo in paesi di tradizione cristiana, molti cristiani vivono una fede solo culturale e sociale. Non diamo per scontato che le persone che frequentano la parrocchia vivano una fede consapevole e significativa: riuscire a evangelizzare le nostre comunità è forse il compito più difficile, niente è più faticoso del parlare di Gesù ai cristiani, ma necessario perché la fiamma ancora divampi.
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FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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