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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 8 Luglio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 9, 18-26

Il Vangelo di oggi è un grande racconto di fede. Una fede che ha ragione del male! Una fede piccola come un granello di senapa, ma che contiene in germe un albero grandissimo.

La fede di quel “capo” che si “prostra” dinanzi a Gesù: ci ricorda che non si può versare il vino nuovo della vita divina nell’otre vecchio dell’uomo che confida nelle sue forze; non si può cucire una toppa di tessuto grezzo su un vestito vecchio, cioè la fede non serve per rattoppare l’abito superbo che indossa l’uomo vecchio.

Non si possono servire due padroni, e quel “capo” ha riconosciuto un altro “capo”, più potente di lui; prostrandosi ha scelto di servirlo. Per questo Gesù si mette in cammino “con i discepoli” per raggiungere la casa dove giace morta la ragazza.

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La Chiesa si “prostra” dinanzi a Gesù e non ai poteri e alle potenze mondani; e lo “segue” per “seguire” ogni grido di dolore, ogni sofferenza, e scendere con Lui nel buio profondo dell’umanità. E dove giunge Cristo con la sua Chiesa cambia tutto, è un’esplosione di vita nella morte: con Lui arriva la vita, e dove c’è la Chiesa non c’è mai la morte!

Basta che un cristiano balbetti un briciolo di fede che il Cielo si apre sulla terra! Il mondo che “deride” Cristo, come ti deridono sul lavoro e a scuola, non può nulla contro il potere del male; la Chiesa sì, noi sì!

Quel “capo” è così anche immagine dei pastori, dei catechisti, ma soprattutto dei “padri”. Quanti padri assistono sgomenti alla morte dei propri figli, se non la morte corporale, la morte spirituale che sopraggiunge attraverso il peccato provocato dal demonio, il padrone del mondo, che incessantemente trama e agisce la loro rovina.

La salvezza la si ottiene prostrandosi di fronte al Signore, riconoscendolo come vero padrone della vita e della morte, e chiedendogli di ridare la vita che sembra definitivamente sconfitta. La vittoria del potere di Cristo si manifestata sempre attraverso l’estrema debolezza della Croce.

Per riflettere

Per l’uomo normale quello che è importante è ciò che è capace di fare, capace di superare lui. E per il cristiano… è come un bambino: è tutto teso alla presenza della madre, del padre, dell’altro. È la forza di Dio. (Don Luigi Giussani, Una presenza che cambia)

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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