Nostro Signore ha fatto nuove tutte le cose, con Lui l’abito vecchio deve essere gettato, non può essere modificato e adattato. La nostra vita, rinnovata in Lui, è diventata vino nuovo e non può essere condotta sulla base di vecchi schemi, dentro otri ormai non più adatti a contenere la grandezza a cui siamo chiamati. Il digiuno cristiano non è il digiuno dei farisei.
Il digiuno cristiano è la partecipazione alle sofferenze di Cristo per riscoprire la semplice verità che è inutile illuderci che sulla terra si possa conquistare quello che è riservato al Cielo. Perché la terra non è non sarà mai il Paradiso, nonostante il demonio continui, attraverso le ideologie, a convincerci del contrario.
È contaminata dal peccato e le sue conseguenze amare sono proprio il dolore, la fatica e il sudore che vorremmo cancellare o perlomeno evitare.
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Dio non ha voluto cancellare i nostri peccati, privandoci della libertà; i peccati commessi sono un fatto, non c’è possibilità di eliminarli. Non sarebbe giusto e farebbe di noi dei burattini senza testa e cuore. Ma Dio ha fatto di più: con il suo Figlio è entrato Egli stesso nelle conseguenze dei nostri peccati per trasformarle in possibilità di bene.
Gesù è entrato perfino nel dolore più profondo, nella fatica, nel sudore e nella morte per farne un cammino verso la risurrezione e la vita eterna. Il cammino che Egli ci offre nella Chiesa è il vino nuovo in otri nuovi!
Altro che toppe di panno grezzo su vestiti vecchi, come sono tanti nostri tentativi moralistici, superficiali e ipocriti di conversione, entusiasmi emotivi che falliscono alla prima difficoltà. Gesù è infinitamente più realista dei discepoli di Giovanni e dei farisei come di tutti noi.
La sua Parola ci tira giù dai sogni improbabili di redenzione e riscatto, impedendoci di scappare nell’alienazione che ci propone il demonio. E ci chiama a tornare alla Patria perduta offrendoci la via del digiuno, cammino di conversione, dove imparare a umiliare il nostro cuore e tornare a Dio.
Per riflettere
La tristezza è parte integrante, non della natura del destino dell’uomo, ma dell’esistenza dell’uomo, cioè del cammino al destino, ed è presente ad ogni passo. Quanto più questo passo è bello per te, quanto più è incantevole per te, quanto più è tuo, tanto più capisci che ti manca quello che più aspetti. (Don Luigi Giussani)
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi