Le letture di questa XIIIª Domenica del tempo ordinario parlano tutte di un Dio della vita, venuto a sconfiggere la morte, entrata nel mondo per “ invidia del diavolo “, e a “ portare la Salvezza “ a coloro i quali hanno fede.
Primo concetto importantissimo da ricordare sempre: “ Dio non ha creato la morte “.
Ce lo dice espressamente la prima lettura ( Sap 1,13-15; 2,23-24 ).
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La “ morte “ non è solo quella corporale ma anche quella dell’anima.
Dio è creatore della VITA, Dio è VITA, il nostro Signore, come dice Gesu’ in una nota pagina ( Lc 20, 38 ), non è un Dio dei morti ma un Dio dei vivi.
Chi segue quindi Dio è vivo, è vitale, non puo’ essere triste, affranto, mogio, lamentoso.
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Tutte queste caratteristiche appartengono alla “ morte “, che, come dice sempre la prima lettura, è entrata nel mondo “ per invidia del diavolo “.
Se siamo quindi tristi, paurosi, scoraggiati, siamo preda del demonio, che è entrato in noi e ci impedisce di essere vivi, vitali, come Dio ci vuole.
L’ “ essere vivi “ nasce dalla consapevolezza che il nostro Dio ha vinto, tramite la Resurrezione, la morte.
Nulla deve quindi spaventarci e dobbiamo fidarci ciecamente di Dio, che è piu’ forte della morte perchè la ha sconfitta.
Il Vangelo ci porta proprio due esempi di uomini che si fidano di Dio e sono certi che Gesu’ puo’ portarli fuori dalle situazioni di morte che stanno vivendo.
Questi due personaggi, il capo della sinagoga e l’emoroissa, hanno una caratteristica comune: non fanno parte della “ folla “, cercano Gesu’ per avere un contatto personale con Lui.
Domani mi soffermerò, nel commentare il testo che la liturgia proporrà ( Mt 8, 18-22 ), sulla “ non simpatia “ che ha Cristo per le folle.
Oggi mi limito ad evidenziare questo elemento che connota i due protagonisti del testo: cercano un rapporto a tu per tu con Cristo.
Il capo della sinagoga gli chiede di andare con lui per imporre le mani sulla sua figlioletta affinché quest’ultima “ sia salvata e viva “.
La donna è certa che se toccherà le vesti del Signore sarà salvata.
Entrami hanno una certezza: GESU’ SALVA.
Chi ha questa certezza è sempre esaudito dal Signore e questo esaudimento avviene..SUBITO.
Dopo che la donna tocca Gesu’ le perdite di sangue, che le duravano da dodici anni, “ subito “ si fermarono.
Quando Gesu’ arriva a casa della figlia del capo della sinagoga quest’ultima “ subito “ viene guarita.
Chi ha fede sa che il Signore SALVA SUBITO.
E qui c’è chi potrebbe obiettare: ma io gli ho chiesto questo e non lo ho ottenuto. Perchè non mi ha “ salvato subito “?
La fede porta ad essere certi che Gesu’ Salva.
Il modo in cui salva non spetta a noi deciderlo.
Io, magari, penso che la mia Salvezza sia che una situazione si evolva nel modo che ritengo giusto.
Gesu’, che Salva, sa invece che, per me, è meglio che le cose vadano in altro modo.
La fede sta nel chiedere con la certezza che cio’ che accadrà sarà il meglio per me.
Chi chiede con fede non ottiene sempre quello che domanda ma avrà sempre vicino a sé il Signore che gli dirà, cosi’ come fece con la figlia del capo della sinagoga: ALZATI, vieni fuori dalla morte del tuo peccato che ti sta intrappolando, che ti sta tenendo steso, torna in piedi, RI-ALZATI, Dio è vita, Dio ti rimette in vita facendoti attraversare e vincere le tue morti.
Alzati Fabrizio, Alzati Antonio, Alzati Maria, Alzati Francesca.
I cristiani sono uomini che stanno “ in piedi “ perché sostenuti dalla forza che dà loro il Signore, che mai li abbandona nel cammino della vita.
Buona Domenica e buona riflessione a tutti.