Il lebbroso che si avvicina a Gesù è come il più contagioso malato di Covid, o come il signore sporco e che puzza che fa l’elemosina davanti al supermercato, o come l’assassino che vive nel carcere della nostra città.. insomma, uno da cui prendere le distanze a tutti i costi.
Magari poi a un certo punto ci rendiamo conto che anche noi dentro siamo un po’ “lebbrosi”, che abbiamo qualcosa di morto che puzza e non lascia spazio alla Vita; e magari tendiamo a prendere le distanze dalla nostra interiorità o dal Signore, lasciando che questa condizione ci definisca.
Ma proprio qua viene il bello: la profondità e la semplicità della preghiera del lebbroso ci smuove perché nel chiedere di essere purificato riconosce insieme la Potenza concreta che Dio ha nella nostra vita e la Volontà di Dio a cui rimettere tutto ciò che ci accade.
È indubbio che il Signore fa miracoli ancora qui e ora in noi, ma bisogna aver fede in questo, e non aver timore di chiedere come un figlio chiede aiuto al papà, e allo stesso tempo saper rimettere ogni scelta nelle Sue mani, certi che compie ogni miracolo al momento opportuno.
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