La vita che viviamo è un insieme di capitoli. Ne scriviamo uno alla volta, alcuni li gustiamo profondamente, altri non vediamo l’ora di attraversarli, di terminarli. Alla fine di ogni capitolo c’è una porta chiusa, pronta a dischiudersi per noi. Alcune porte – si vede già da fuori – sono facili da attraversare, sono gioiose. Altre, invece, non lasciano trasparire nessuna informazione su quello che troveremo dopo.
E quando arrivo di fronte a porte come questa, Signore, il mare intorno a me si alza.
La trama della mia vita mi ha portata qui, affronto questa chiusura con lo sguardo alto ma col cuore già gonfio di mare. Mi porgi la mano, salgo accanto a te e lascio la riva, ma temo questa fine, ho timore dell’orizzonte.
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Tu riposi sicuro e sereno poco distante da me. Io resto in piedi, incapace di staccare il cuore dalla terra ferma. Sento il mare gonfiarsi, il vento portare parole di paura. Provo a resistere, a farcela da sola, a domare la marea di paure che mi vengono contro. Ma, quando il mare è troppo forte e il vento ulula, non posso che mollare la presa: Signore, svegliati! Non ti importa che ho paura?
Mi prendi la mano, mi sorridi e il mare intorno si calma: abbi fede!
Torna il sole, il vento diventa brezza leggera.
La paura non manca, ma con te è meglio affrontare il viaggio verso un nuovo capitolo della mia vita.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato