Dio dice a Giobbe: «Chi ha chiuso tra due porte il mare?» (Gb 38,1.8-11). Nella prima lettura si parla della liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù d’Egitto. Il Signore ha messo un limite al mare perché il suo popolo non morisse, ma morisse chi non credeva nel Signore degli eserciti.
Così nel nuovo testamento Gesù ha messo un limite al peccato perché non vincesse sulla vita di quanti si affidano a Lui.
Il Vangelo di oggi richiama l’immagine del mare, che rappresenta il male, il peccato, la morte! I discepoli prendono Gesù sulla barca, così com’è, senza sconti. A volte noi cerchiamo nella fede solo ciò che ci piace e non accettiamo tutta la verità, spesso scomoda, del Signore. La fede invece, richiede un salto nel vuoto.
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Nella tempesta i discepoli si sentono abbandonati, svegliano Gesù e lo rimproverano che non li stesse difendendo. Il Signore dopo aver minacciato e ridimensionato il male chiede: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
Se Gesù è la vita ed è sulla barca nella tempesta, come avrebbe potuto lasciare che questa prendesse il sopravvento? Anche la nostra fede a volte si lascia travolgere da tempeste, preoccupazioni e paure… al punto che dubitiamo che il Signore ci stia accanto e ci ami. Ma Lui è con noi, sembra dormire, ma è in connessione con ogni cosa che capiti. Se crediamo che Gesù è salvezza, non possiamo dubitare o temere che ci stia facendo del male.
Credere è fidarsi di Gesù non della tempesta. Nei momenti di prova, quando ti senti solo e abbandonato dal Signore ricordati di queste parole che Gesù sempre ti rivolge: “Non avere paura, abbi fede, io sono con te”.
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Fonte: il blog di don Domenico | Unisciti al suo canale Telegram @annunciatedaitetti oppure clicca QUI |Visita anche il suo canale YOUTUBE