In queste parole Gesù ci ricorda che non possiamo servire due padroni, Dio e la ricchezza terrena. Troviamo in esse un invito potente a liberarci dall’ansia e dall’attaccamento alle cose materiali, e a porre la nostra fiducia in Dio.
Le ricchezze materiali diventano un problema quando sono al centro delle nostre preoccupazioni, quando le consideriamo più importanti di Dio. Per questo motivo nel brano del giovane ricco Gesù indica liberarsi della ricchezza come il passo finale e necessario per raggiungere la vita eterna.
Uccelli e fiori invece non si preoccupano del proprio sostentamento perché nel loro caso Dio provvede a tutto. E non solo li fa sopravvivere, ma dona loro anche bellezza. Ed è contremplando la bellezza del creato che possiamo accorgerci di quanto Dio ci dona gratuitamente e di quanto perciò dovremmo affidarci alla provvidenza.
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Questo brano ci chiama quindi a porre la nostra fiducia in Dio, riconoscendo che Egli è il nostro vero sostegno e la nostra vera sicurezza. Ci invita a cercare prima il regno di Dio, a impegnarci per compiere la sua volontà, e a fidarci che Egli provvederà per noi a tutte le altre nostre necessità.
Per riflettere
Abbandoniamo le nostre preoccupazioni terrene sul domani, e affidiamoci totalmente al disegno di Dio.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi