Abbiamo assaporato queste parole di Gesù già nel periodo quaresimale, le abbiamo interiorizzate e vissute ed è come se adesso, alla luce della Pasqua, siano sempre attuali e veritiere. Nel nostro quotidiano siamo portati a vivere situazioni in cui siano presenti spiritualmente e fisicamente e questi tre pilastri: elemosina, preghiera e digiuno come il collante di tutto.
Pregare per noi, per i nostri cari e per chi non sentiamo vicini a noi, per i malati, per i carcerati e per chi vive la guerra… ognuno di noi ha nel cuore preghiere da rivolgere a Dio per sentirlo più vicino.
Digiunare per noi, che siamo abituati a non farlo o a limitarci, è difficile, ma il digiuno non è solo quello dai cibi e soprattutto un digiuno dalle cattive azioni e dalle parole che distruggono. Elemosinare per noi ha un doppio significato, elemosinare attenzioni o elemosinare per aver qualcosa, ma l’elemosina è più una questione di volontà, rispetto e amore.
L’elemosina ti spinge ad un’alterità attiva, una relazione con l’altro più veritiera, perché le azioni fatte di cuore portano emozioni e sensazioni che cambiano il percorso della nostra vita, una rivoluzione che sa di novità e di apertura. In ogni tempo dell’anno liturgico, che sia avvento, quaresima, ordinario, alleniamo il nostro cuore per vincere la partita dell’Amore così da arrivare vincitori nel Regno che Dio ci ha promesso.
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