Finita ieri la lettura del capitolo 5 di Matteo, la liturgia va in continuità e propone i primi versetti del capitolo 6, molto noti in quanto sono quelli che si leggono il Mercoledi’ delle Ceneri, all’inizio del periodo della Quaresima.
Se nei giorni scorsi avevamo letto Gesu’ che ci invitava ad assumere la “ logica del folle “ ( “ porgi l’altra guancia, dà a chi ti chiede, ama i tuoi nemici, prega per chi ti perseguita “ ), oggi il testo ci dice con quale atteggiamento dobbiamo vivere quella logica.
L’atteggiamento è quello del “ nascondimento “.
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Puo’ infatti capitare che si facciano tante cose “ buone e giuste “ pero’ con una finalità sbagliata.
Se, infatti, pratichiamo le nostre opere di carità, o preghiamo o digiuniamo per “ apparire “, per far vedere agli altri come siamo “ buoni e belli “, piu’ che a cristiani rischiamo di assomigliare al famoso fariseo della parabola ( Lc 18, 9-14 ) che pregava cosi’: “ O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo “.
Come sappiamo Gesu’ non apprezzo’ quella preghiera ma quella del pubblicano che, riconoscendo i propri peccati, cosi’ si rivolgeva al Signore: “ O Dio, abbi pietà di me peccatore “.
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Se, quindi, credendoci migliori, pratichiamo preghiera, digiuno e carità per essere visti, non saremo giustificati perché non stiamo compiendo queste opere per Amore bensi’ per narcisismo, per vanità.
Chi ama non ha bisogno di piacere agli uomini, non ha bisogno della ammirazione dei suoi simili.
Chi ama sa che sta seguendo “ la logica di Dio “ e sa che Dio, “ che vede nel segreto, lo ricompenserà “.
Oggi è quindi necessario che faccia una verifica: cio’ che faccio per gli altri lo pongo in essere per “ apparire “ o perché sono mosso dall’Amore?
Buona giornata e buona riflessione a tutti.