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mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 2 Giugno 2024

Domenica 2 Giugno 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 14,12-16.22-26

Festa dell’Eucarestia – Corpus Domini

La festa annuale del Corpus Domini ci invita a riflettere e pregare su “la sorgente e il vertice di tutta la vita cristiana”: l’Eucarestia come Sacrificio. Siamo di fronte ad un grande mistero di cui solo i santi ne hanno intravisto lo spessore. P. Pio da Pietralcina disse che, se avesse saputo cosa voleva dire celebrare la Messa, non si sarebbe mai fatto ordinare sacerdote.

L’Eucarestia ci rende simili a Cristo nella sua offerta al Padre, cioè “nell’amore più grande”. Ci introduce nel mistero di Cristo facendoci partecipi alla sua missione redentrice e comunicandoci la forza di un abbandono totale. Il Cristo si dona a noi radicalmente, come nutrimento, perché possiamo vivere radicalmente anche la sua vita di amore. È come una trasfusione di una vita di amore. Comunichiamo per divenire ciò che riceviamo, cioè “un’ostia viva, santa e gradita a Dio”. Non è Lui che si cambia in noi, ma noi in Lui.

Contemplare il sacrificio di Cristo è lasciarsi attirare.

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“In mezzo a voi non ho voluto conoscere altro che Cristo Crocifisso” (1Cor 2,2). Abbiamo bisogno di guardare il Crocifisso e credere in Gesù Crocifisso. Lasciarci attirare da Lui nella sua offerta al Padre. “Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio” (Eb 12,1-2). L’Eucarestia è il momento sacro per far fruttificare l’amore nella nostra vita. Nell’Eucarestia Gesù ci prende nella sua preghiera e ascoltiamo le ultime parole del Padre che rendono feconda la terra del nostro cuore.

Diventare “ostia vivente, santa e gradita a Dio”

L’Eucarestia è la prima scuola dell’amore. Ci insegna a vivere all’interno della logica della Croce, a parlare dell’accettazione e dell’abbandono. Ci insegna a dare a tutte le cose un valore redentore e ad offrire noi stessi al Padre. “Non offrite al peccato le vostre membra…, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, come strumenti di giustizia” (Rom 6,13). Se ci sforziamo di vivere santamente per Dio la nostra vita diventa tutta intera una Messa e tutte le cose che facciamo o sopportiamo diventano “sacrificio spirituale gradito a Dio”.

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Un cristiano adulto è un cristiano che vive coscientemente il suo sacerdozio battesimale, perché niente sia perduto per l’opera della redenzione. Nella nostra vita tutto può essere vissuto come materia di un sacrificio. “Venendo nel mondo Cristo ha detto: Tu non hai voluto né sacrifici né offerte, ma tu mi hai formato un corpo”. Dio si è fatto carne ed ha vissuto la sua vita umana (corporale e affettiva…) in sacrificio, perché noi potessimo offrire “il nostro corpo (cioè la nostra vita completa, la nostra persona tutta intera) in sacrificio vivente, santo, capace di piacere a Dio” (Rom 12,1). Nell’Eucarestia riceviamo il suo corpo offerto per diventare ostie viventi.

Raggiungere l’amore più grande.

Questo sacramento ci apre la strada per un amore più grande. E’ la legge del chicco di frumento: “Se il chicco di frumento muore porta molto frutto”. Perché portiamo molto frutto in Lui, Gesù vuole unirci intimamente a sé, al suo amore. L’amore fecondo per la vita eterna è l’abbandono totale di noi stessi tra le mani del Padre per la salvezza dei fratelli. Là è l’esplosione del bene che può trasformare dall’interno tutte le situazioni, perché ha il potere di convertire e santificare il cuore. Il primo sacrificio, quello più gradito è quello dell’obbedienza alla volontà di Dio, il sacrificio della nostra volontà umana: “Non la mia volontà, ma la tua”. Le nostre prove, le nostre purificazioni sono la materia dell’offerta. Anche Gesù ne ha avuto bisogno per vivere nella sua umanità l’amore fino alla fine: “Benché fosse figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che soffrì e, condotto alla perfezione, è divenuto per tutti coloro che gli obbediscono causa di salvezza eterna”. Lasciamo a Gesù di donarci la forza di morire a noi stessi.

L’Eucarestia ci dona la forza di camminare nel cammino della santità. Far fare della nostra vita una vita di amore.

Fonte

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