«Andate, insegnate a tutte le nazioni… battezzandole… e insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato».
Grazie, mio Dio, di questo comandamento al quale, con la tua grazia, devo la salvezza, io che sono di una di queste nazioni convertite dai tuoi discepoli… Grazie di questo comandamento del Tuo Cuore: è proprio la ripetizione del comandamento supremo, del comandamento della Cena, del comandamento «Amatevi gli uni gli altri», poichè è dire: «Al prezzo di tutte le pene e di tutti i pericoli, andate a rendere partecipi tutti gli uomini, vostri fratelli in Me, del più grande dei beni, di Me Gesù»…
Il Tuo Cuore, lasciando la terra, ti ispira il medesimo comandamento che ti ispirava alla vigilia di morire… Questo è l’applicazione e l’esplicazione del primo: morendo, dicevi: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati». Salendo al cielo, aggiungi: «Amate tutti gli uomini di questo amore… E dimostratelo facendo per essi ciò che io ho fatto per voi… Facendo loro conoscere, e all’occorrenza, come me al prezzo del vostro sangue, tutto ciò che io vi ho fatto conoscere al prezzo del mio che ho versato per la confessione della verità… Vi dicevo dopo la Cena che non c’è un amore più grande che morire per quelli che si amano, e qualche ora dopo, sono morto per voi a motivo dell’insegnamento che vi ho predicato… Fate lo stesso: amate gli uomini come vi ho amati, insegnando loro tutta la verità, e all’occorrenza donando la vostra vita per essi, a motivo dell’insegnamento che vi ho predicato». Grazie, grazie, grazie, mio Dio, di questo amore supremo che ti ha fatto insegnare a noi la verità, morire a causa della tua predicazione, e che ti ha fatto ordinare ai tuoi discepoli di amare tutti gli uomini come Tu li hai amati «del più grande amore», lo dici Tu stesso, e di dimostrarlo loro come Tu lo hai dimostrato loro, donando all’occorrenza la loro vita a motivo del loro insegnamento.
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«Insegnate a tutte le nazioni». è dunque un dovere per la Chiesa; e la possibilità in cui sono gli uomini di salvarsi senza la fede esplicita, quando hanno l’ignoranza invincibile della verità e la volontà formale e illimitata di fare tutto ciò che Dio esige per la salvezza (ciò che comprende la fede nella vera religione, l’entrata di desiderio nella Chiesa, il battesimo di desiderio, la fede implicita in tutto ciò che bisogna credere). Una tale possibilità non fa assolutamente cessare per la Chiesa il dovere di predicare il Vangelo a tutti gli uomini assolutamente e di sforzarsi di dare loro la vera fede…
E questo non solamente perché avranno infinitamente più mezzi e facilità per salvarsi nella vera fede, ma anche per pura obbedienza al comandamento formale di Nostro Signore: «Insegnate a tutte le nazioni». A chi Nostro Signore rivolge questo comandamento? Ai soli Apostoli e a quelli che sono con essi e dopo di essi incaricati del ministero ecclesiastico? O a tutti gli uomini?.. Lo rivolge per prima cosa ai primi, successivamente ai secondi, ma con una restrizione: lo rivolge a tutti assolutamente, ma non a tutti allo stesso modo; tutti devono lavorare all’insegnamento a tutti gli uomini, ma non con gli stessi mezzi… Quali sono i mezzi che deve impiegare ciascuno?
Gli Apostoli, i loro successori, e i loro cooperatori, cioè i ministri della parola autenticamente stabiliti dalla Chiesa, devono predicare in ogni modo, sia con le parole sia con le opere sia con la preghiera… Gli altri fedeli, che non sono affatto pastori ma pecore, devono in generale predicare non tanto con le parole quanto con le opere (con l’esempio di una santa vita, una bontà per tutti che fa amare la loro religione, i sostegni materiali e morali forniti ai pastori di anime, etc.) e con la preghiera; se devono esortare con parole, questo non è in pubblico, tranne rarissime eccezioni, ma in privato, rivolgendosi ai loro bambini, ai loro genitori, ai loro amici, al loro ambiente…
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Tutti gli uomini devono bruciare di uno zelo uguale per la salvezza delle anime, affinchè tutte si salvino, affinchè Gesù sia conosciuto e onorato e amato appassionatamente da tutti gli uomini, Dio sia conosciuto e glorificato da tutti gli uomini il più perfettamente possibile, il suo Regno arrivi, il suo Nome sia santificato, la sua Volontà fatta sulla terra come tra gli angeli, il pane di vita, la Santa Eucaristia sia adorata e ricevuta con un amore appassionato da tutte le anime, tutti i peccati siano perdonati e distrutti sulla terra, nessuno soccomba alla tentazione e contristi il Cuore di Gesù, tutti siano senza peccato, senza macchia né ruga, immacolati e santi, pronti per il cielo, vere spose di Gesù, glorificandolo e consolando il suo Cuore quanto è possibile.
Tutti devono avere il più ardente desiderio di questo, chiederlo ogni giorno a Dio in vista di Dio, come Gesù ce l’ha insegnato, e lavorarci senza sosta con tutte le proprie forze, ciascuno con i mezzi che la Chiesa gli indica, i pastori come pastori, le pecore come pecore, tutti con ordine e nell’obbedienza ai superiori stabiliti nella Chiesa
Nota su Charles de Foucauld
La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.
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