Nel nome di Colui che è Uno e Trino
Il dogma trinitario che celebriamo oggi è un frutto della compiuta manifestazione del mistero di Dio, nella sua interezza rivelato alla Chiesa con il dono dello Spirito: «Tutti coloro che sono guidati da Lui, sono figli di Dio»; questo Spirito infatti non è «da schiavi, per ricadere nella paura, ma rende figli adottivi, e per mezzo di Lui gridiamo Abba, Padre! E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare alla sua gloria» (II lettura, Romani 8).
San Paolo ci offre parole e immagini prese dalla esperienza della vita umana, che ci aiutano a gustare la ricchezza del mistero trinitario, e ci mostra che in esso siamo coinvolti tutti: «La nostra vita è nascosta con Cristo in Dio» (Colossesi 3,3).
Ci dia il Signore di comprendere la grandezza di questo dono! Esso è un mysterion (in greco, sacramentum in latino), una realtà che dà salvezza e che rende visibile la grazia in noi, espressione dell’adam, maschio e femmina, fatto a immagine di Dio Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, per una vita come quella del Creatore, eterna, infinita, piena, ricca di amore, potente e generativa nelle sue differenze costitutive e salvifiche.
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«Interroga i tempi antichi: dal giorno in cui Dio ha creato l’uomo sulla terra vi fu mai cosa grande come questa? Che un popolo abbia udito la voce di Dio e sia rimasto vivo? O mai un dio ha tentato di scegliersi una nazione con mano potente e braccio teso?» (I lettura, Deuteronomio 4). […]
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