Commento al Vangelo del 17 febbraio 2013 – Paolo Curtaz

Prima domenica di Quaresima, anno di Luca

Dt 26,4-10/ Rm 10,8-13/ Lc 4,1-13

Tentazioni necessarie
No la vita, non è semplice, non scherziamo.
Ai più fortunati può andare abbastanza bene, per gli altri, per la maggioranza, spesso si rema controcorrente, si aprono sempre scenari di crisi: quando non è il lavoro è la salute, quando non sono i figli è la fede… A volte si ha l’impressione di percorrere un sentiero sempre più impervio e quando si pensa di poter tirare il fiato, ecco che all’orizzonte compare una nuova difficoltà.
E davanti alle difficoltà siamo chiamati a fare luce, a capire, a combattere.
A superare la tentazione della scorciatoia o della disperazione.
Gesù, solidale con i peccatori, si è messo in fila per ricevere il battesimo.
Ora entra nel del deserto, sperimenta ogni sorta di difficoltà che Luca riassume in tre parabole, tre tentazioni che Gesù affronta prima di iniziare il suo ministero.
È inevitabile combattere.
Gesù ci indica il modo.
E l’orizzonte verso cui muoverci.

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Giù le maschere!
È giunto il tempo di deporre le maschere: quelle di Carnevale e quelle molto più impegnative che la vita ci ha cucito addosso, quelle che gli altri ci hanno messo, quelle dietro cui ci rifugiamo per paura delle scelte. Davanti a Dio, almeno davanti a lui, possiamo restare nudi senza provare vergogna.
Gesù solidale con l’uomo vuole ripercorrere il sentiero di Israele, sperimenta la fame, si lascia avvolgere dal silenzio stordente del deserto, si lascia invadere dalla luce accecante del sole che riflette i colori delle scarne rocce del deserto di Giuda.
Gesù vuole scegliere come annunciare la Parola, come svelare il mistero di Dio, elabora una strategia, elabora un progetto di evangelizzazione. Fa strano, a molti, ma è così. Gesù sceglie di scegliere.
La conoscenza che Gesù ha di Dio è assoluta: è il Verbo di Dio. Ma, in quanto uomo, cerca nel silenzio una risposta.
Gesù entra nel silenzio del deserto per decidere quale Messia essere.
Noi entriamo nel deserto della quaresima per chiederci se l’uomo che siamo è quello che avremmo voluto diventare e, soprattutto, se assomiglia all’uomo, magnifico, che Dio porta nel cuore.

Tentazioni
Gesù ha davanti a sé una strada maestra, consolidata, preparata dai profeti, lievitata nel cuore di un popolo servo e oppresso da secoli da potenze straniere: il Messia vittorioso.
Un Messia muscoloso, politico, deciso, condottiero. La gente si aspettava qualcuno che magicamente risolvesse i problemi, che punisse i malvagi (sempre gli altri, ovvio) e che ristabilisse un bel governo come quello del re Davide, magari esentasse, meno rissoso dei politici che stanno chiedendo il nostro voto.
Il demonio arriva: più suadente e affascinante di tutte le rappresentazioni grottesche che ne abbiamo fatto. La sua proposta è semplice, ragionevole, scontata.
Vuoi fare il Messia? Magnifico! Non esagerare, però: riguardati, affidati a un personal trainer, cura l’immagine, se non fai lo splendido nessuno ti noterà. Vuoi condividere in tutto l’umanità, sia. Ma quando vedi che la fame è troppa ricordati che sei Dio e trasforma le pietre in pane.
Vuoi fare il Messia? Geniale! Ti toccherà contattare politici e sacerdoti, ragionare con loro, qualche compromesso sarà necessario. Le persone bisogna conoscerle con attenzione.
Vuoi fare il Messia? Notevole! Qualche bel miracolo, Gesù, qualche segno prodigioso e vedrai che le folle si strapperanno i capelli per te!
Ha ragione, il demonio.
Cita pure la Parola di Dio, la conosce meglio della maggioranza di noi. Buffo: non basta conoscere la Bibbia per fare la volontà di Dio.
Gesù replica: no, non farò così.

Scelte
E ribatte: la vita è sostanza, non immagine. Andrò al cuore delle persone, sarà il mio amore, attinto dal Padre, a scavare i solchi nelle anime. Ho scelto di essere uomo per dimostrare che Dio non è un privilegiato. Il potere è ambiguo: se da, pretende. Il potere usa le persone, io sono venuto per servire. Voglio essere libero di parlare del vero volto di Dio. Il miracolo è pericoloso: voglio che la gente ami Dio per ciò che Dio è, non per ciò che dà. Non presento il volto di un Dio che risolve i problemi, ma che li condivide.
Ecco, Dio ha deciso.
In queste parole l’essenza del suo ministero. E del suo fallimento.
Gesù sarà un Messia di basso profilo, non userà nessun altro strumento se non l’amore per convincere, per annunciare, per convertire.
È un rischio enorme, il suo.
Capirà, il popolo? Si accontenterà? Spalancherà il proprio cuore allo stupore di incontrare un Dio dimesso e fragile, un Dio adulto?
La sfida è lanciata, il demonio lo lascia. Tornerà al momento giusto, nel Getsemani, per dimostrare a Gesù che si era sbagliato, che è stato un illuso, che l’uomo non cambierà mai, non sa che farsene di un Dio come lui. E per convincerlo a non farsi uccidere inutilmente.

Io
E io chi voglio essere?
Cosa voglio ancora diventare?
Le tentazioni si moltiplicano, la logica mondana ci assilla: appari, vinci, usa, abusa, esagera, fregatene, manipola, urla.
E io, chi voglio essere?
Animo, cercatori di Dio. C’è un deserto da attraversare.
Lo ha fatto Dio.
Lo puoi fare anche tu.

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