Oggi festa di Santa Caterina da Siena, che divenne suora domenicana e si sforzò di conoscere Dio in se stessa e se stessa in Dio e di conformarsi sempre più a Cristo crocifisso; Caterina lottò con forza e senza sosta per la pace, per il ritorno del Papa a Roma, mettendo fine alla cattività avignonese, e si adoperò per il ripristino dell’unità della Chiesa ormai sfaldata dalle dinamiche umane. Inoltre, Caterina ci ha lasciato celebri scritti spirituali.
La forza e la spiritualità di questa santa le hanno permesso di diventare Dottore della Chiesa, ossia capace di conoscere il cuore spirituale della Chiesa e di farne parte in modo da essere motore spirituale di una istituzione divina, e solo dopo anche umana.
Caterina ci ricorda che la Chiesa non è dall’uomo, ma da Dio, per questo lei, come altri santi dottori della Chiesa vengono celebrati per essere capaci di risollevare quell’aspetto divino che, tante volte, le decisioni prettamente umane degli uomini di chiesa hanno offuscato svilendone il potenziale.
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Nel Vangelo Gesù ci ricorda che i piccoli sono quelli che possono rivelare le cose di Dio, perché non hanno interesse nel farsi grandi mettendo avanti se stessi, bensì vogliono solo l’interesse di Dio e lo fanno mettendo a rischio persino la propria vita. È così che si permette al Signore di essere conosciuto e riconosciuto. È così che si promuove la bellezza di essere figli di Dio.
Spesso, invece, chi è al comando di una qualunque istituzione, prima sistema i propri interessi e poi porta avanti la realtà che guida. Questo ne provoca spesso il degrado. Come sarebbe bella una istituzione che promuove sempre e solo il bene delle persone, la loro vita, il loro benessere, la loro crescita, i loro talenti, l’equità e la giustizia, senza far sentire escluso nessuno.
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