La festa di san Giuseppe è la festa di un padre, di uno sposo, di un uomo di fede, di un uomo ragionevole: di un uomo che ha creduto con “coraggio creativo”, così come ha ricordato Papa Francesco in Patris corde. La storia di Giuseppe si intreccia con quella di Maria perché entrambi hanno accolto la vita nelle forme in cui il disegno di Dio ha provveduto.
E il disegno di Dio, ossia di mandare il suo Figlio per salvare il popolo dei suoi figli, si è adagiato nelle forme intricate e difficili della vita degli uomini. La storia del Figlio fin dal suo annuncio non ha evitato le ambiguità, le incomprensioni, i dilemmi degli uomini, di ogni famiglia. Giuseppe, il giusto, ha dovuto fin dall’inizio fare i conti con una nuova vita inaspettata, fuori programma, fuori dai suoi tempi programmati. Ma l’ha accolta, così com’era.
Ha accolto, come Maria, le complicazioni e le indicazioni portate dall’angelo. Ha ascoltato, meditato e lottato. Non ha evitato le difficoltà, ma le ha accolte e accogliendole ha accolto Dio in questa storia difficile, dove Lui voleva entrare per non lasciarci soli.
- Pubblicità -
Per Giuseppe accogliere l’incertezza ha significato poter credere che Dio la può abitare e rischiarare. E così si è potuto destare dal sonno dell’illusione di una vita sicura, per lasciare che il carico dell’incertezza sia sulle spalle di Dio.
Leonardo Angius SJ
Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato