Dio non ci lascerà mai! Noi lo possiamo lasciare, ma lui non ci lascerà mai. Il Vangelo di Marco non riporta, a differenza degli altri, il contenuto delle tentazioni di Gesù, ma ci ricorda l’essenziale: lo Spirito lo sospinse nel deserto, e nel deserto rimase quaranta giorni tentato da Satana. Nel deserto Gesù gioca la sua e nostra partita decisiva, questione di vita o di morte: è venuto per essere servito o per servire? Per avere, salire, comandare, o per scendere, avvicinarsi, offrire?
La tentazione è sempre una scelta tra due vite, anzi tra due amori. E, senza scegliere, non si può vivere. Se togliamo le tentazioni nessuno si salverà più, perché verrebbe a mancare il grande mistero della nostra libertà. È quello che apre tutta la sezione della legge nella Bibbia: Dio mette davanti a noi la vita e la morte e noi dobbiamo scegliere. Non restiamo inerti, passivi, sdraiati. È come una supplica che Dio stesso rivolge all’uomo: scegli, ti prego, la vita! Che poi significa cercar di scegliere sempre l’umano contro il disumano, cercar di scegliere sempre ciò che costruisce e fa crescere la vita nostra e degli altri in umanità e dignità.
E dal deserto prende avvio l’annuncio di Gesù, il suo sogno di vita. La primavera, nostra e di Dio, non si lascia sgomentare da nessun deserto, da nessun abisso di pietre, di peccati, debolezze e fragilità. Dopo che Giovanni fu arrestato Gesù andò nella Galilea proclamando il Vangelo di Dio. E diceva: “Il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo”. Il contenuto dell’annuncio è il Vangelo di Dio. Dio come una bella notizia. Non era ovvio per niente. Non tutta la Bibbia è Vangelo; non tutta è bella, gioiosa notizia; alle volte è minaccia e giudizio, spesso è precetto e ingiunzione. Ma la caratteristica originale di Gesù è annunciare il Vangelo, una parola che conforta la vita: Dio si è fatto vicino a ciascuno di noi, e con lui sono possibili cieli e terra nuovi.
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Gesù passa e dietro di lui, sulle strade e nei villaggi, resta una scia di Vangelo, un’eco in cui vibra il sapore bello e buono della gioia: è possibile vivere meglio, un mondo come Dio lo sogna, una storia altra; e quel Rabbi sembra conoscerne il segreto.
Convertitevi… Come a dire: giratevi verso la luce, perché la luce è già qui. Ed è come il movimento continuo del girasole, il suo orientarsi tenace verso la pazienza e la bellezza della luce. Verso il Dio di Gesù, e il suo volto di luce.
Per riflettere
Impegniamoci a trovare forza e coraggio per combattere i nostri difetti e migliorare i rapporti con il nostro prossimo.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi