Siamo abituati a conoscere il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto attraverso gli evangelisti Matteo e Luca che elencano tutte e tre le tentazioni che Satana riserba a Gesù. Il vangelo di questa I Domenica di Quaresima, cioè quello di Marco, si limita soltanto a dire che Gesù fu tentato da Satana. Ma c’è una particolarità in Marco che gli altri due vangeli sinottici non mettono in risalto: la parola “sospinse”.
Come se lo Spirito Santo desse “un calcio” a Gesù per spingerlo nel deserto. Questo verbo – sospingere – è abbastanza frequente nei sinottici (28 ricorrenze in Matteo, 18 in Marco e 20 in Luca) e ha un significato “forte”: a imitazione del primo Adamo cacciato dal Paradiso (Gn 3,24), Gesù è il nuovo Adamo che combattendo le fiere (il male) riconduce l’umanità a Dio. Non solo, Gesù ha vinto dove Israele fu tentato e sconfitto nel deserto dopo la liberazione dall’Egitto (Dt 8,2).
Secondo alcuni esegeti biblici e studi archeologici, il deserto dove Gesù ha trascorso i 40 giorni dovrebbe essere quello di Engaddi. “Leggiamo nel primo libro dei Re che Davide abitò nel deserto di Engaddi (cf 24,1-2). Il nome di Davide viene interpretato “di mano forte” e indica Cristo che, con le mani inchiodate sulla croce, sconfisse le potenze diaboliche. Ed “Engaddi” vuol dire “occhio della tentazione” (S. Antonio di Padova, Sermoni, Domenica I di Quaresima). Lo Spirito quindi spinge Gesù allo scontro contro l’avversario dal quale Gesù stesso uscì vincitore. È una lotta vittoriosa che non appare indolore. La lotta, infatti, è una dimensione ordinaria della vita cristiana. Ogni cristiano affronta deserto e tentazione nella sua vita: dubbi, incertezze, pensieri intrusivi, ansie, paure, cadute, smarrimento ecc.
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Nel 2000 andò in onda su Rai 1 la miniserie “Jesus”: un bellissimo film sulla vita di Cristo che ebbe come regista Roger Young e come interpreti la maggior parte di celebrità italiane e straniere di quel tempo. Nella scena delle tentazioni di Gesù nel deserto, peculiarità e inevitabile oggetto di polemiche è Satana che appare come un normale uomo vestito in pantaloni e giacca stile Armani ed illustra a Gesù il poco roseo futuro dell’Umanità (tra gli altri, si vedono soldati che combattono la Prima Guerra Mondiale).
Questo sta a significare che Satana tenta anche l’uomo di oggi soprattutto attraverso la lussuria. Il Siracide ci ricorda: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni” (cf 2, 1-3). S.Antonio Abate fu tentato duramente da Satana nel deserto che arrivò anche a picchiarlo. Ma il grande santo non ha mai ceduto, perché il Signore era con lui. “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede” (1Pt 5,8-9).
All’uomo gli è stato chiesto di lottare e di scegliere liberamente tra il bene e il male. Chi lotta per evitare cadute, vive in una condizione di positività e la “buona battaglia della fede” garantisce di stare dalla giusta parte. Purtroppo accade che alle prime difficoltà o ai primi ostacoli della vita matrimoniale o sacerdotale o religiosa o sociale, le persone abbandonino la via imboccata, si scoraggiano. E si preferisce cambiare strada nell’illusione della possibilità di vivere senza fatica, senza ostacoli, senza difficoltà, senza responsabilità. Ma questo non è possibile! Nemmeno Gesù, il Figlio di Dio, è stato esente e questo ce lo porta vicino, lo colloca al nostro fianco perché anch’egli “fu provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato” (Eb 4,15). Durante tutta la sua vita Gesù è stato sottoposto alla prova. Nella Bibbia, si attesta spesso che Dio mette alla prova gli uomini che gli sono ben accetti, non i malvagi. Egli però non permette mai la tentazione oltre le nostre forze.
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Fanatismo, ideologie insensate, i social, razzismo, fondamentalismo religioso, follie, crimini, vivere nella miseria a causa di guerre e potenze economiche: tutto ciò rappresentano sono le fiere. Invece gli angeli sono tutti coloro che diventano strumento nelle mani del Signore in favore dell’uomo; sono tutti coloro che si impegnano per portare avanti il mondo nuovo iniziato da Cristo. Sulla sua strada, Gesù ha incontrato le fiere, ma anche molti angeli. E gli angeli di oggi sono coloro che il Signore mette accanto a ogni suo discepolo nei momenti bui. È angelo chi riesce a stabilire la pace nella vita di una coppia, chi consola gli afflitti di cuore, chi vista un ammalato, un anziano in solitudine, un povero, chi comunica gioia e infonde speranza. Perché il cristianesimo stesso è gioia e speranza.
Il Regno di Dio che Gesù inizia ad annunciare non si riferisce più al dominio, ma al servizio. Non bada più ai beni egoistici, al proprio interesse, ai primi posti, all’applauso, ai riflettori, al successo. Ma il Regno di Dio è la scelta di condividere tutto affinché nessuno fosse più povero; non la vendetta e la giustizia degli uomini, ma il perdono incondizionato e l’amore che viene da Cristo che ci chiede di convertire ogni giorno il nostro cuore. Avere un “cuore di aliante”, è il titolo di una canzone di Claudio Baglioni. Mi fa venire in mente anche una strofa della canzone “Salve, sono la giustizia” dei Nomadi: “[…] c’è chi mi vuole comprare dandomi fama, denaro, potere. Ma non so che cosa farmene perché io servo Nostro Signore”.
Nessuno è perduto, nessuno è senza speranza. Gesù ha conosciuto le mie tentazioni e ha vinto il Maligno. Da Lui posso attingere forza ogni giorno. Il tempo è compiuto. Dio, se lo voglio, regnerà in me, nel mio cuore. Sì! Oggi, nuova creatura, comincio.
A cura di don Donato della Pietra.