Il mercoledì delle ceneri apre il grande tempo della Quaresima. Esso non è un tempo triste ma penitenziale. La differenza è importante perché la penitenza è purificarci da tutto ciò che impedisce la gioia. Il nostro cuore a volte è incrostato di tante cose che lo appesantiscono.
Cose che facciamo fatica a toglierci di dosso. Cose che non vogliono morire. Si ha allora bisogno di chiamare queste cose per nome e di togliere a esse ogni forma di sostentamento. Solo così, come una cellula tumorale che non ha più possibilità di nutrirsi e quindi muore, allo stesso modo ciò che ci impedisce di essere liberi deve morire in noi.
Tutto il tempo della Quaresima ci aiuterà ad accendere la luce su molti aspetti che solitamente teniamo occultati dentro di noi. Ma il punto di partenza ce lo suggerisce Gesù nel brano del Vangelo di Matteo di oggi:
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“Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli”.
La prima cosa da far morire è l’irrefrenabile desiderio di apparire, di essere visti dagli altri, di cercare lo sguardo degli altri. Questa cosa non va intesa in maniera moralistica, bensì in chiave esistenziale. Tutti abbiamo bisogno di uno sguardo di bene addosso per poter vivere.
Nessuno di noi può fare a meno di sentirsi guardato e stimato con affetto, ma ciò che ci insegna Gesù è che questo sguardo che umanizza la nostra vita noi ce l’abbiamo addosso sempre, ed è lo sguardo di Dio. Egli infatti ci guarda sempre con tutta la stima e il bene necessari a vivere.
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È Lui, infatti, che ci ha dato la vita. Ed è Lui, infatti, che ci mantiene vivi. Se lo fa è perché riesce a vedere al di là delle nostre miserie, così come ci ha insegnato Gesù. Egli infatti riusciva a vedere in ognuno non semplicemente la loro colpa, ma l’uomo o la donna nascosti sotto di essa.
La Quaresima è il tempo in cui dobbiamo farci raggiungere da questo sguardo, e sbarazzarci di tutto ciò che lo impedisce.
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Il mercoledì delle ceneri ci introduce nel grande tempo della Quaresima. Sono i giorni in salita che ci condurranno alla grande vetta della Pasqua. Per chi conosce un po’ la montagna sa bene che le scalate possono essere anche molto faticose, ma la gioia che si prova ad arrivare in cima e guardare l’orizzonte ripaga di gran lunga la fatica fatta. Anche per noi cristiani è così: guardare la vita dal punto di vista della Pasqua ripaga tutti quei venerdì santo dove abbiamo sperimentato buio, incomprensione, fatica, dolore, e scoraggiamento. Il Vangelo di oggi ci consiglia un equipaggiamento molto snello per compiere la traversata di questi quaranta giorni: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. […] Continua a leggere qui.
Autore: don Luigi Maria Epicoco
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