HomeVangelo del GiornoArcidiocesi di Pisa - Commento al Vangelo del 13 Febbraio 2024

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 13 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 8, 14-21

Anche gli amici di Gesù spesso non comprendono. Prima di partire i discepoli avevano dimenticato di prendere i pani. Gesù li invita a non perdere tempo in discussioni inutili; piuttosto, aggiunge, è bene tenersi lontano dal lievito dei farisei. C’è una distanza tra loro e il Maestro, come se parlassero lingue diverse. Gesù li incalza con domande provocatorie fino all’ultima: “Non comprendete ancora?”.

Quel giorno la domanda non riceve risposta. I Dodici si chiudono in un imbarazzante silenzio. Noi invece dobbiamo rispondere e riconoscere che esiste un divario inevitabile tra la parola che Dio ci consegna e quello che noi possiamo comprendere e vivere. Per colmare questo divario, occorre anzitutto evitare il “lievito dei farisei” che è l’ipocrisia, evitare cioè la doppia vita, la schizofrenia spirituale. Una cosa è riconoscere di non comprendere, altra cosa è mostrare di accogliere la Parola di Dio e poi… continuare a seguire i propri ragionamenti e i propri comodi. Invece chi riconosce di non comprendere si mette umilmente in ascolto di Dio e si lascia istruire dallo Spirito.

Inoltre oggi comprendiamo la differenza che c’è tra un cuore indurito (discepoli), e un cuore compassionevole (Gesù). Un cuore senza compassione è un cuore idolatrico, è un cuore autosufficiente, egoistico, che diventa forte soltanto con le ideologie. Ma esiste un antidoto contro la durezza del cuore ed è il ricordo delle tante grazie ricevute dal Signore in modo assolutamente gratuito. Il cuore duro porta alle liti, porta alle guerre, porta alla distruzione del fratello, perché non c’è compassione. E il messaggio di salvezza più grande è che Dio ha avuto compassione di noi. Gesù è la compassione del Padre; Gesù è lo schiaffo a ogni durezza di cuore.

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Chiediamo dunque la grazia di avere un cuore non ideologizzato e indurito, ma aperto e compassionevole di fronte a quanto accade nel mondo, perché da questo saremo giudicati il giorno del giudizio, non dalle nostre idee o dalle nostre ideologie. E l’umiltà, il ricordo delle nostre radici e della nostra salvezza, ci aiuteranno a conservarlo tale. Dunque prestiamo attenzione a quello che si indurisce nel nostro cuore. Nei cuori duri e ideologici non può entrare il Signore. Egli entra solo nei cuori che sono come il Suo cuore: i cuori compassionevoli e aperti che hanno pietà.

Per riflettere

Le preoccupazioni terrene spesso ci impediscono di comprendere il messaggio di Cristo. Memori di quanto egli ha fatto per noi, invochiamolo per la Chiesa e per il mondo.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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