Il passo evangelico di oggi ci presenta la figura di un altro uomo chiamato alla sequela del Signore. Questa volta รจ un uomo che nella mentalitร del tempo non รจ certamente degno di essere chiamato, di essere discepolo di un Maestro in Israele. Gesรน vede oltre, non fa differenza di persona: legge nel cuore, forse intuisce il desiderio profondo di questo uomo, che pure siede al banco delle imposte e lavora per i romani che occupano la Terra santa. Un uomo considerato da tutti un pubblico peccatore.
Eppure questo uomo รจ pronto: si alza immediatamente come se non aspettasse altro. Lascia tutto e segue il Maestro, anzi lo ospita a casa sua. Con lui lascia entrare tutti quelli che vogliono: discepoli e peccatori, pubblicani come luiโฆ Una grande festa che qualcuno vuole rovinare con la propria presunzione di essere giusto e di poter giudicare gli altri, credendosi migliore. Questi giudicano anche Gesรน e si chiudono nel loro orgoglio, nella loro presunta autosufficienza. Restano fuori.
Mentre a quella tavola, quel giorno, c’erano i discepoli: uomini imperfetti, certo, ma capaci di grandi aperture, di slanci del cuore, di accogliere il proprio bisogno. Fuori da quella casa restano i โgiustiโ, che non sanno accogliere la sorprendente novitร che quel Maestro sta inaugurando: un Dio che non pretende uomini giusti (che non esistono), ma che ama tutti a partire da coloro che ne hanno piรน bisogno. Un amore che nessuno deve meritare, ma solo accogliere. Un amore che ci trasporta nella gioia della festa di un banchetto e dell’incontro.
- Pubblicitร -
Per riflettere
Capita anche a noi, qualche volta, di stare fuori, giudicando gli altri? Capita anche a noi di crederci migliori degli altri, perchรฉ ci sentiamo โosservantiโ di alcune norme, ma spesso il nostro cuore รจ altrove? Siamo capaci di accogliere un amore gratuito che ci รจ donato?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi