HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 13 Gennaio 2024

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 13 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 2, 13-17

Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori? Ha proprio deciso di scandalizzare tutti, il Maestro. Non solo perdona i peccatori ma, addirittura, li chiama fra i suoi intimi, li frequenta, pranza con loro.

Tutti sanno che chi frequenta un peccatore si contamina, diventa impuro. Un peccatore come un pubblicano, poi! Esattore delle tasse per conto dei romani, Levi è un collaborazionista, un ladro che approfitta della sua posizione e della protezione di Roma per rubare soldi ai suoi concittadini!

Ma Gesù, passando per le strade di Cafarnao, non vede nulla di tutto ciò, vede ciò che Levi potrebbe diventare, vede al di là dell’apparenza, sempre. Certo: è un peccatore, un disonesto, un avido. Ma guarirà, se si lascerà guarire, se si farà discepolo, se si alzerà per seguire il Signore. E così accade. E la sua vita cambierà.

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Come la nostra vita cambia quando ci lasciamo sorprendere dalla chiamata di Dio. Siamo ammalati nell’anima e il Signore, con la sua compassione e la sua ferma benevolenza, ci cambia, ci guarisce, ci sprona a cambiare, a diventare da peccatori, discepoli e santi. Sono passati forse quarant’anni da quel giorno eppure Matteo, che la tradizione identifica con Levi, nel suo vangelo riporta quella chiamata.

Come a dire: ne è valsa la pena. Ci sono momenti, nella vita, in cui siamo affascinati dalle cose di Dio, magari ci siamo anche convertiti e abbiamo frequentato una parrocchia, un gruppo, affascinati da un don che parlava bene di Cristo.

Ma gli anni passano e le mode, e le cose da fare, così, spesso, quel momento diventa solo un tenue ricordo. Non così per Matteo, la cui vita, dopo decenni, è rimasta legata a quell’incontro. Si sente guarito, infine? Non lo sappiamo.

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Certamente si è sentito amato, sempre, da quel giorno e per sempre. Sì, siamo peccatori, come Levi, e bisognosi di quello sguardo che va oltre il nostro limite. Possa la Chiesa ricordarsi di essere la comunità dei peccatori perdonati, non dei giusti.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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