Ancora guarigioni.
Ieri il Maestro aveva guarito la suocera di Pietro dalla febbre e, subito, la donna si era messa al suo servizio.
Oggi è il turno del lebbroso.
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Per realizzare questa guarigione è necessario che sia Gesu’ che il lebbroso facciano qualcosa di “ inusuale “.
Il lebbroso osa “ avvicinarsi “ al Maestro, ponendo in essere qualcosa di vietato dalla legge in quanto chi era affetto da quella malattia doveva vivere all’esterno del villaggio e non poteva avvicinarsi alle persone per evitare di contagiarle.
Gesu’ osa addirittura “ toccarlo “, rischiando di infettarsi.
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Questo “ incontro proibito “, reso possibile dalla “ fede “ del malato e dalla “ compassione “ di Cristo, porta alla “ purificazione “ del lebbroso.
Il messaggio è pertanto chiaro: noi siamo i “ lebbrosi “, la “ lebbra “ sono i nostri peccati, che ci tengono “ lontano “ da Dio.
Il Signore è pronto sempre a “ toccarci “, a “ purificarci “, ma non ce lo impone.
Il lebbroso del testo “ si mette in ginocchio “ dinanzi a Gesu’ e gli dice: “ Se vuoi, puoi purificarmi “.
E’ Lui che si riconosce peccatore bisognevole di purificazione e va da Gesu’, certo, per fede, che solo Cristo puo’ dargli cio’ che lui desidera.
E noi, vogliamo essere purificati o, sotto sotto, abbiamo la presunzione di ritenerci “ puri “?
In quest’ultimo caso resteremo sempre, per scelta nostra, lontani da Dio, impedendo a Lui di “ toccarci “ e sanarci.
Diversamente lasciamo ogni paura, ogni vergogna, ogni timore: a Dio non interessa quanto sia grande “ la nostra lebbra “ ed è sempre pronto, laddove lo vogliamo, a purificarci.
E’ giunto quindi il momento, se lo desideriamo, di metterci, con fiducia, “ in ginocchio dinanzi a Gesu’ “ e dirgli: PURIFICAMI.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.