1° gennaio
Adorazione dei pastori.
Gesù stesso si scelse i suoi adoratori… «Nessuno viene a me se il Padre mio non lo trae»… Trae a Sé con la voce degli angeli i pastori che vuole vedere per primi attorno a Sé dopo Maria e Giuseppe… Come genitori, ha scelto due poveri operai, come primi adoratori sceglie dei poveri pastori… Sempre la stessa abiezione, sempre lo stesso amore della povertà e dei poveri…
Gesù non respinge i ricchi, è morto per loro, li chiama tutti, li ama, ma rifiuta di condividere le loro ricchezze e chiama i poveri per primi… Come sei divinamente buono, mio Dio!… Se avesti chiamato per prima cosa i ricchi, i poveri non avrebbero osato avvicinarsi a Te, si sarebbero creduti obbligati a rimanere in disparte a causa della loro povertà, Ti avrebbero guardato da lontano, lasciando che i ricchi Ti circondassero.
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Ma chiamando i pastori per primi, hai chiamato a Te tutti, tutti: i poveri, poiché mostri loro così, fino alla fine dei secoli, che sono i primi chiamati, i favoriti, i privilegiati; i ricchi, poiché da una parte non sono timidi, dall’altra dipende da loro diventare poveri come i pastori: in un minuto, se vogliono; se hanno il desiderio di essere simili a Te, se temono che le loro ricchezze li allontanino da Te, possono diventare perfettamente poveri… Come sei buono! Come hai preso il buon mezzo per chiamare tutt’ad un tratto attorno a Te tutti i Tuoi figli, senza alcuna eccezione!
E quale balsamo hai messo fino alla fine dei secoli nel cuore dei poveri, dei piccoli, dei disprezzati del mondo, mostrando loro dalla tua nascita che sono i Tuoi privilegiati, i Tuoi favoriti, i primi chiamati; quelli sempre chiamati attorno a Te che hai voluto essere uno di loro ed essere dalla tua culla e tutta la tua vita circondato da loro. Non disprezziamo i poveri, i piccoli, gli operai; non soltanto sono nostri fratelli in Dio, ma sono quelli che imitano più perfettamente Gesù nella Sua vita esteriore: ci rappresentano perfettamente Gesù, l’Operaio di Nazareth… Sono i primogeniti tra gli eletti, i primi chiamati alla culla del Salvatore…
Furono la compagnia abituale di Gesù, dalla Sua nascita alla Sua morte; a loro appartenevano sia Maria e Giuseppe sia gli apostoli sia questi benedetti pastori… Ben lungi dal disprezzarli, onoriamoli, onoriamo in loro le immagini di Gesù e dei Suoi santi genitori… Anziché disprezzarli, ammiriamoli, invidiamoli… E la nostra ammirazione e la nostra invidia siano fruttuose e ci portino a imitarli… Imitiamoli, e poiché vediamo che la loro condizione è la migliore, quella che ha scelto Gesù per Se stesso, per i Suoi, quella che ha chiamato per prima attorno alla sua culla, quella che ha mostrato con i suoi atti e le sue parole, essere la sua condizione favorita, privilegiata, abbracciamola…
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Lasciamo tutte le altre poiché Gesù le ha lasciate; prendiamo per noi quella che Egli ha preso per Sé, per i Suoi genitori… Poiché Egli non ci ha chiamato all’apostolato, siamo poveri operai come Lui, come Maria, Giuseppe, gli apostoli, i pastori… E se mai ci chiama all’apostolato, restiamo in questa vita così poveri come Lui stesso vi è rimasto, così povero come vi è rimasto un San Paolo «Suo fedele imitatore»…
Non cessiamo mai di essere in tutto dei poveri, dei fratelli dei poveri, dei compagni dei poveri, siamo i più poveri dei poveri come Gesù, e come Lui amiamo i poveri e circondiamoci di loro. O divino povero, divino operaio, fammi sprofondare sempre di più e fino in fondo in questa povertà e in questa condizione di operaio nella quale Ti sei degnato di mettermi nella tua infinita bontà! Amen
Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte
Nota su Charles de Foucauld
La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.
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Immagine iniziale: ERMITAGE PERE CHARLES DE FOUCAULD – ASSEKREM di Salim B su flickr.com