“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”.
Siamo abituati a consumare.
Consumiamo il tempo, le cose, gli eventi, ma l’unica cosa che dovremmo imparare a fare è comportarci come Maria: custodire. Il Vangelo dell’inizio dell’anno ci mette davanti al mistero della Maternità di Maria. Ella è la Madre di Dio!
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E questo non serve semplicemente ad accumulare un’informazione teologica giusta, ma a suggerirci che la vita va vissuta con la pazienza di una donna che aspetta un bambino. Ella sa che in lei c’è una vita, ma non sa ancora nulla di essa. Può solo custodire.
Anche noi non sappiamo che cosa ci riserverà questo nuovo anno, possiamo però imparare a custodire. Non siamo chiamati a vivere e basta, o a giudicare frettolosamente quello che ci accadrà. Siamo chiamati a trattenere le cose in noi perché con il tempo si rivelino per ciò che sono davvero.
Solo se daremo spazio all’interiorità gli eventi della vita non ci troveranno impreparati.
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Vieni Spirito Santo, vieni per Maria.
Commento del 2021
ⓘ NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
La festa della maternità di Maria è anche l’inizio di un nuovo anno. Sembra che la liturgia voglia suggerirci che ogni ripartenza ha a che fare sempre con l’esperienza della maternità. Essa rappresenta molte cose. La maternità ad esempio è sentirsi nel grembo di qualcuno, cioè parte di un amore che ci genera alla vita. Ci sono infatti relazioni nella nostra vita che ci tolgono vita, e ce ne sono altre invece che ci ricaricano. L’amore vero è come quello di una madre, genera. A patto però che questo suo amore non si trasformi in una prigione. Infatti un grembo è tale se poi ci spinge a venir fuori, ma se ci intrappolasse si trasformerebbe in una tomba. Maria ha amato così Gesù, con libertà e mai come possesso. Gli ha offerto un grembo, ma gli ha anche lasciato spazio di vivere la sua missione. […] Continua a leggere qui.
Autore: don Luigi Maria Epicoco
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