Oggi la liturgia ci propone nel Vangelo l’inno che il vecchio Simeone pronunzia quando si trova al cospetto di Gesù. E’ una bellissima lode che sembra però anche un presagio di sventura. L’orecchio di un ascoltatore fuori dal giro, potrebbe smarrirsi e chiedersi: ma allora cosa è venuto a fare questo Gesù?
Anche Maria si sente dire dall’ anziano cose un po’ preoccupanti: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima». Le predice senza mezzi termini, che quel bambino osannato poco prima, le porterà innumerevoli problemi, le cambierà la vita. Lui infatti, è venuto per cambiare quella degli altri e questo fatto lo pone in una posizione pericolosa.
Egli viene a guidare un cambiamento radicale che porti uno scenario nuovo nel cammino umano. Per far questo, Dio oltre a mandare il Figlio, chiede l’aiuto di persone “normali” alle quali viene richiesto solo di fidarsi. La seconda lettura tratta dalla lettera agli Ebrei, usa delle espressioni bellissime parlando di fede.
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Abbiamo potuto ascoltare come “per fede” Abramo chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e lo fece senza sapere dove andava. Così come per fede anche Sara, si affidò colui che le promise di diventare madre nonostante fosse molto anziana. Aver fede e ritenere degno di renderla a quello che è venuto a stravolgere tutto, è un compito assai arduo e pericoloso. A Maria è costato caro! Anche a tutti gli altri è costato rinunce e sacrifici.
Senza voler tirare giù summe filosofiche e comportamentali, io penso che tutta la storia si possa risolvere in positivo, se con tenacità si riesce a guardare avanti con i piedi ben piantati sull’oggi ma con lo sguardo proiettato al domani. Per fede anche noi possiamo fare questo. Per fede possiamo rinunciare alla nostra giornata.
Per fede possiamo guardare a quella degli altri. Per fede possiamo lasciare da parte le nostre umane convinzioni e farci contraddire dal Vangelo. Per fede possiamo farci trafiggere il cuore facendo morire ciò che crediamo eterno ma che invece non lo è. Per fede possiamo far nostra quella Parola la quale spiritualmente può cambiarci la vita.
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Per fede possiamo nutrirci di quel Pane e Vino consacrati consapevoli che da loro è scaturita la salvezza. Per fede ci rivolgiamo al Padre misericordioso che spalanca sempre le sue braccia per accoglierci in ogni frangente del nostro umano percorso, essendo consapevole Lui per primo, quanto sia difficile per noi mantenere questa fede! Ma Gesù Cristo, venuto come segno di contraddizione, ci chiede di lasciarci “rovinare” la vita da lui e andargli dietro perché il premio è grande ed è lo stesso dato ad una persona come noi: Abramo.
La prima lettura ci spiega come andò a finire: “Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.” Auguriamoci che sia così anche per noi!
Chi è Fabrizio Giannini-Diacono
Fabrizio (Assisitente diocesano dell’ Apostolato del Mare) è diacono permanente dal 2015, faceva il comandante sulle navi ed ora lo è sulla piattaforma petrolifera a Civitavecchia. Cerca di coniugare vita familiare (Moglie una Figlia di 28 anni ed un Angelo in cielo che aveva 7 anni) e di ministero nel migliore dei modi e crede che questo sia uno di quelli per portare la parola di Dio a tutti i fratelli.
Foto di Mirosław i Joanna Bucholc da Pixabay