HomeVangelo della DomenicaCharles de Foucauld - Commento al Vangelo del 31 Dicembre 2023

Charles de Foucauld – Commento al Vangelo del 31 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Lc 2, 22-40

Festa della Sacra Famiglia – anno B

Presentazione di Nostro Signore.

Nostro Signore ritrovato tra i dottori.

Come sei buono, mio Dio, ad averci dato gli esempi dei quali sono pieni questi due misteri. Hai compiuto questo duplice mistero, l’hai inserito nel Santo Vangelo, ce lo hai consegnato da meditare nel santo Rosario affinché ne traiamo dei frutti che devono essere il nostro cibo di ogni giorno… Come sei buono, mio Dio, ad aver preparato, fin dalla Tua Incarnazione, fin dal seno di Tua madre, fin dalla Tua nascita, fin dalla Tua infanzia, il pane quotidiano con cui volevi nutrire tutti i tuoi fedeli. Come sei buono!

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Come in tutti i Tuoi atti, gli insegnamenti sono innumerevoli in questi due misteri… Alcuni si presentano più vivamente agli occhi. Nella Presentazione Ti offri interamente a Tuo Padre, senza riserve, corpo e anima, ripetendo le parole del salmo che dicevi fin dalla Tua Incarnazione, fin dalla Tua nascita: «Ecce venio… ut faciam voluntatem tuam»[1]…

Queste parole, che furono quelle di tutta la Tua vita, siano quelle di tutta la nostra e siano in particolare quelle della nostra vita in questi istanti in cui, come nella Tua Presentazione, si è chiamati a offrirsi a Te in modo più speciale… Fai offrire dai Tuoi genitori a tuo Padre il dono dei poveri, un agnello tuttavia non sarebbe più di quanto meriti Dio, ma preferisci offrire solo due colombe, volendo mostrare così due cose: sia il tuo attaccamento alla povertà sia che la povertà, persino nel culto, è perfettamente gradita a Dio, è una virtù, una virtù divina, di cui ci tenevi a dare l’esempio, e che di conseguenza, quelli che fanno professione di imitarTi in tutto, di condividere la tua povertà, non soltanto possono senza scrupolo, ma addirittura devono, se vogliono essere Tuoi completi imitatori, renderTi un culto molto povero, come Tu stesso ci tenevi a rendere il culto più povero a Tuo Padre…

(Se quelli che fanno professione di imitarTi in tutto e di condividere la Tua Povertà devono imitarTi nella povertà del culto esteriore, che Tu rendi a Tuo Padre, ciò non toglie che quelli che non fanno professione di imitare la Tua povertà devono renderTi il culto più ricco, in tutta l’estensione dei loro mezzi; sarebbe indecente che, non privandosi di nulla per loro stessi, fossero parchi per il Tuo culto, che ricchi per sé e per i loro amici, fossero poveri solo per Te; essi devono renderTi un culto ricco, brillante, eclatante, essi che per loro stessi sono ricchi e magnifici… Ma questo culto magnifico, pur essendo un dovere per i ricchi, è molto meno perfetto del culto poverissimo che è un dovere per quelli che ti imitano in tutto e condividono volontariamente la Tua povertà, poiché quest’ultimo è fondato sul Tuo divino esempio e ha per causa una vita interamente consacrata a Te nell’imitazione più fedele, cioè, nel più grande amore).

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Rimanendo tra i dottori, Nostro Signore ci insegna, tra le altre cose, che per quanto obbedienti si debba essere verso i propri genitori, non bisogna esitare a lasciarli, dovesse costare loro molto dispiacere, si dovesse farlo senza avvertirli, quando «l’opera di Dio», la volontà di Dio lo chiede… Nostro Signore ci insegna anche che quando si vuole cominciare a fare «l’opera di Dio», in modo particolarmente efficace, la prima cosa da fare è ordinariamente separarsi dalla propria famiglia; qualsiasi dispiacere debba costarle…

Nostro Signore ci insegna anche che il luogo in cui Lo si trova, è la Chiesa, la Chiesa materiale dove Egli è nella Santa Eucaristia, la Chiesa, il suo corpo mistico, del quale è il capo e il Cuore, la Chiesa maestra rappresentata dai dottori e dai preti. La verità è nella sua Chiesa; la grazia e la vita sono nei suoi sacramenti, la via, la conoscenza della sua volontà è nella parola dei Suoi rappresentanti, nella direzione dei suoi preti. Tutto Gesù è là.

Chi vuole conoscerLo, conoscere la Sua verità, deve cercarLo dove si fece trovare da Maria e Giuseppe, nell’insegnamento della Chiesa, tra i suoi dottori autentici; chi vuole vivere con Lui, vivere di Lui, vivere della Sua vita, deve cercarLo dove si fece trovare da Maria e Giuseppe, nei Sacramenti della Sua Chiesa; chi vuole seguirlo, imitarLo, mettere i piedi sulle orme dei Suoi passi, camminare nella Sua via, deve cercarLo dove si fece trovare da Maria e Giuseppe, nella direzione dei preti, nella Chiesa, presso i preti designati dalla Chiesa per dirigere i fedeli e mostrare loro la «via».


[1] Ecco vengo… per fare la tua volontà.

Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte

Nota su Charles de Foucauld

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.

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Immagine iniziale: ERMITAGE PERE CHARLES DE FOUCAULD – ASSEKREM di Salim B su flickr.com

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