Abbiamo più volte meditato, in questi giorni di preparazione al Natale, brani evangelici in cui si racconta di Giovanni Battista, e Gesù stesso ne parla. Giovanni, che ha battezzato Gesù e ne è stato maestro, è stato soprattutto il Precursore del Messia, la “voce che grida nel deserto”.
Ora assistiamo alla scena di Maria che prorompe in un cantico di gioia dopo aver incontrato Elisabetta, sua cugina, incinta di Giovanni. “Il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo” le dice Elisabetta, che riconosce in Maria la madre del Salvatore, quasi che che già esistesse una “comunicazione” misteriosa fra Giovanni e Gesù che doveva venire.
La Madonna ha la prova che ha fatto bene a fidarsi della parola dell’angelo ed Elisabetta stessa glie lo conferma: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Maria allora canta il Magnificat, un testo meraviglioso, carico di riferimenti ai Salmi e all’Antico Testamento, compreso il Libro di Samuele.
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Come Anna, la donna sterile che diverrà madre di Samuele, prorompe in un cantico di esultanza dopo aver ricevuto la grazia della maternità (vedi preghiera iniziale), così Maria, pronta ad accogliere il Messia, figlio misterioso e dono di Dio.
Anna e Maria sono due donne semplici, umili, capaci di pregare e mettersi in ascolto della Parola. Hanno la grandezza e la lucidità dei poveri: quella di scommettere su Dio, non su di sé. L’opposto dei ricchi, sazi di beni, di superbia e di potenza materiale. Di cose desiderabili nella vita ma che portano a un’esistenza vuota, fine a se stessa, in cui per i progetti di amore di Dio non c’è spazio.
Per riflettere
Il Magnificat ci illustra un Dio che mantiene le promesse e non dimentica i piccoli. Se so farmi piccolo saprò ascoltare la voce del Signore ed egli trasformerà la ma vita facendone un dono per il mondo.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi