HomeVangelo del Giornop. Giovanni Nicoli - Commento al Vangelo del 21 Dicembre 2023

p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 21 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Lc 1, 39-45

Se questo incontro fosse avvenuto fra due uomini sarebbe stato un incontro normale, fra amici o parenti, ma che non avrebbe giunto nulla a quello che è un incontro normale fra due persone.

Mi piace immaginare che a questo incontro ci fosse la presenza anche di Giuseppe e Zaccaria i quali, attoniti, guardavano queste due donne che raccontavano di cose fantasiose e incomprensibili chiudendo il discorso dicendo che “roba da donne, valle a capire tu ste’ donne”. Ed è così: abituati come siamo all’essenzialità, noi uomini, non ci avremmo capito un acca e non avremmo colto alcuna presenza oltre quella di noi due. Noi che viviamo coi piedi per terra, noi che stiamo sempre all’erta per fare conti su conti sul come portare avanti la nostra vita e su come arrivare alla fine del mese, ci saremmo dimostrati ancora una volta incapaci di fare i conti con la vita nascente e con quella presenza dello Spirito che sempre ci sfugge.

Credo non sia una cosa casuale che l’annuncio della buona notizia sia stata affidata a Maria e a Elisabetta. A Maria come portatrice dello Spirito dell’Altissimo, a Elisabetta come colei che sa riconoscere la presenza dell’amore gratuito di Dio nella cugina e in mezzo a loro, sa riconoscere questa presenza e sa accogliere questa presenza fino ad essere piena dello stesso Spirito grazie all’accoglienza del quale anche il bimbo che lei portava in grembo, Giovanni Battista, ne viene riempito.

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Due donne e due bambini maschi. Due donne che riconoscono la presenza misteriosa di Dio e la comunicano ai loro bambini nella speranza che non la perdano per strada.

È l’esperienza delle mamme, è l’esperienza delle nonne: comunicare Dio, insegnare a pregare, offrire i figli perché non si dimentichino del loro vero Padre che è nei cieli. Sì perché purtroppo al giorno d’oggi la smania della donna di voler imitare il maschio nella società ci ha portato anche a perdere questa dimensione o per lo meno ad affievolirla. La mancanza dei nonni nelle nostre case sempre più grandi e sempre meno accoglienti dell’altro, ha portato alla perdita di quella dimensione spirituale che l’anziano sa portare. Preferiamo i figli soli davanti alla TV o al computer o alla play station, piuttosto che la presenza che un po’ rompe del nonno o della nonna. Credo che anche questa sia una dimensione importante da recuperare.

Due donne: creano un’atmosfera e una complicità incredibile, che viaggia su dimensioni impensabili. Due donne che sono in attesa: nasce un incontro e un dialogo che porta in sé un mistero insondabile: non lo comprenderemo mai noi uomini.

Io credo che noi uomini non riusciamo a cogliere tutto questo perché troppo presi dall’ossessione della fisicità, piuttosto che da quella spirituale ed emotiva. Credo che questo sia un importante motivo per non cedere subito e comunque al dialogo sessuale fisico, accogliendo l’invito a portare il livello del dialogo sessuale su un piano spirituale ed emotivo. Noi uomini, più che le donne, rischiamo diversamente di entrare in una dinamica pragmatica perdendo tutta una dimensione che è la dimensione emotiva, non riuscendo più neppure a dialogare con la nostra donna e non riscendo più a capirla perché la nostra concretezza ci porta all’aridità e alla ripetitività, anziché alla creatività di vita.

Maria va da Elisabetta, Elisabetta coglie subito che anche Maria è in stato interessante: come sarebbe bello coglierlo. Abbiamo due donne che dialogano coi loro sentimenti, con la loro fede grazie al loro utero. E nasce un dialogo stupendo che ci fa pregustare l’atmosfera del Natale. Questa pagina di così alta pregnanza non sembra neppure scritta da un uomo, Luca.

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