Non siamo qui a far finta che poi Gesù nasce: Dio è già nato, è morto ed è risorto e vive glorioso. A noi, in questo tempo che ci è dato, in questa vita più o meno soddisfacente, il compito di lasciar nascere Dio nei nostri cuori. Non è Dio a dover nascere, ma noi.
Dio viene per colmare il tuo cuore: questa è la buona notizia che stiamo per celebrare fra pochi giorni. Buon Dio! Se vi dicessi: hai una vita riuscita, un lavoro che ti realizza e che ti dà vagonate di soldi, una casa da sogno, una splendida moglie, figli educati e sensibili, il salone di casa con l’albero e le luci e il clima di festa giusto perciò sii felice, cosa dice di straordinario? Che buona notizia è?
Viene un Dio che dona gioia alle persone già felici? L’inaudito è proprio il contrario: la felicità è altrove, è la salvezza di un Dio che ti ama talmente da consegnarsi come un neonato, è una felicità accessibile anche al povero, anzi forse più ancora al povero perché più disposto, più accogliente.
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L’angelo è partito, portando con sé tutta l’atmosfera solenne e destabilizzante dell’irruzione del divino nella vita di un’adolescente. Ed è arrivata la notte insonne e il giorno e il peso di quanto accaduto. Cosa è davvero successo? Sul serio è accaduto?
L’angelo ha parlato di Elisabetta come prova dell’azione del Dio che compie segni impossibili: l’unica che può confermare quanto vissuto è lei. E così Maria sale oltre Gerusalemme per accudire l’anziana donna, certo, ma anche per capire se la sua è stata un’allucinazione o se davvero Dio l’ha presa come sposa.
Elisabetta la vede arrivare, il ventre dilatato dall’inattesa gravidanza, e ammira la piccola parente stupita e sorridente. E la toccata-dalla-grazia fa alla piccola Maria il più grande complimento che potremmo rivolgerle: beata te che hai creduto. Sì, Maria, beata te ad avere avuto così tanta fede da credere ad una notizia così incredibile.
Beata te che hai saputo fare spazio nella tua vita all’inaudito di Dio, e il tuo sì mi ha salvato.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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