Nella seconda Domenica di Avvento, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui Giovanni Battista, nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, percorrendo la regione del Giordano invita alla conversione citando il profeta Isaia:
“Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Siamo di fronte al vasto mondo dell’Impero romano: e Luca ci offre alcune coordinate che da Roma si proiettano verso quel piccolo e oscuro territorio della Palestina, dove governanti gelosi si contendono un potere frazionato. Che senso ha questo predicatore austero e isolato che è Giovanni Battista? Eppure proprio da quella periferia di poco conto e di fanatiche rivalità, anche religiose, sta per venire qualcosa, anzi Qualcuno, che sconvolgerà tutto. Giovanni, figlio di Zaccaria, si allontana dalla città e dal potere costituito, e si pone lungo il Giordano, a parlare della necessità di una conversione seria di cuore e di vita. Sta per venire Colui che i profeti sognarono, che i cuori umili implorarono, che il popolo intero attendeva come donatore di una nuova alleanza redentrice. “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”, assicura Giovanni. Il dono è per tutti, ma non tutti lo sanno, e molti ne sono male informati. Pertanto chi ci crede e ne ha sperimentato l’efficacia, deve sentirsi impegnato a farlo sapere, diventarne testimone con la vita, i gesti e la parola, per una comunicazione efficace. Sappiamo usare linguaggi incisivi per il Vangelo e aprire strade nuove al Signore che viene?
Fonte: RadioVaticana