Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 10 dicembre 2023.
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Cerca vie nuove
Un giorno i discepoli di un rabbino irruppero nellโaula e, raggianti, riferirono la lieta notizia: โร giunto il messia!โ. Senza scomporsi, il maestro si accostรฒ alla finestra, volse attorno lo sguardo e osservรฒ la gente che, come ogni mattino, si muoveva frettolosa lungo le strade; i poveri ai crocicchi chiedevano lโelemosina, i padroni inveivano contro i servi, i bambini piangevano, i ciechi erano condotti per mano, gli sciancati faticavano a camminare. Tornรฒ a sedersi, invitรฒ gli alunni a continuare a studiare, poi soggiunse: โCome puรฒ essere venuto il messia se nel mondo tutto continua come prima?โ.
Quando si avvereranno gli oracoli dei profeti? Fino a quando dovremo attendere โnuovi cieli e una nuova terra in cui avrร stabile dimora la giustiziaโ (2 Pt 3,13)?
La storia sembra deporre contro le promesse del Signore, pare una smentita della fede cristiana in Gesรน messia. Dopo millenni, non sono scomparse โle voci di pianto e le grida di angosciaโ (Is 65,19), le spade non sono state cambiate in vomeri nรฉ le lance in falci (Is 2,4).
I dubbi sulla fedeltร di Dio allโimpegno preso di far sorgere un nuovo mondo compaiono quando si dimentica che i tempi degli innamorati non sono scanditi dallโorologio, ma dallโamore: unโora passa in un istante e lโattimo puรฒ sembrare una vita. Chi ama รจ paziente e sa attendere. Per avere Rachele, Giacobbe servรฌ il suocero per sette anni e โgli parvero pochi giorni tanto era il suo amore per leiโ (Gn 29,20).
Anche il Signore aspetta che lโuomo gli spalanchi la via del suo cuore e, per lui, โmille anniโ di attesa โsono come un giorno soloโ (2 Pt 3,8).
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โSignore, fa che abbandoniamo le strade antiche, insegnaci a prepararti una via nuovaโ.
Prima Lettura (Is 40,1-5.9-11)
1 โConsolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio.
2 Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele
che รจ finita la sua schiavitรน, รจ stata scontata la sua iniquitร ,
perchรฉ ha ricevuto dalla mano del Signore
doppio castigo per tutti i suoi peccatiโ.
3 Una voce grida:
โNel deserto preparate la via al Signore,
appianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
4 Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in pianura.
5 Allora si rivelerร la gloria del Signore e ogni uomo la vedrร ,
poichรฉ la bocca del Signore ha parlatoโ.
9 Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion;
alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme.
Alza la voce, non temere; annunzia alle cittร di Giuda:
โEcco il vostro Dio! 10 Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
con il braccio egli detiene il dominio.
Ecco, egli ha con sรฉ il premio e i suoi trofei lo precedono.
11 Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madriโ.
I primi anni dโesilio a Babilonia furono difficili, ma, in seguito, gli Israeliti si adattarono alla loro nuova condizione e molti riuscirono addirittura a raggiungere posizioni sociali prestigiose.
Dopo una quarantina dโanni ecco sorgere un profeยญta. Era un uomo illuminato, un poeta sensibile, un teologo geniale; seguiva con atยญtenzione gli avvenimenti politici del suo tempo e si era reso conto che il regno di Babilonia si stava sgretolando, mentre cresceva vertiginosamente il potere di Ciro, re di Persia. Era giunto il momento di risvegliare negli esuli la speยญranza della fine della schiavitรน e dellโimminente riยญtorno nella terra dei loro padri. Cominciรฒ a far circolare fra i deportati le sue intuizioni, i suoi presagi e le sue speranze e, per non insospettire le autoritร babilonesi, che lo avrebbero potuto accusare di essere un sovversivo, fece ricorso a un linguaggio criptato, impiegรฒ immagini che solo i figli del suo popolo erano in grado di comยญprendere. Annunciรฒ lโimminente liberazione dalla schiavitรน babilonese rifacendosi ai miracoli accaduti durante lโesodo dallโEgitto e promettendo prodigi ancora maggiori.
Pochi, fra i deportati, coltivavano questa sua sensibilitร spirituale. La maggioranza, sedotta dalle lusinghe della vita pagana, si era ormai integrata nella nuova realtร sociale e religiosa, aveva dimenticato il glorioso passato e considerava i richiami alle promesse fatte ad Abramo poco piรน che fiabe destituite di ogni valore. Questi esuli, svigoriti nella fede, incapaci di cogliere i richiami di Dio, non ebbero nรฉ il coraggio nรฉ la forza di iniziare una vita nuova e si dispersero fra i pagani. La storia della salvezza continuรฒ senza di loro. Il periยญcolo maggiore dellโesilio non fu la sua durezza, ma le sue seduzioni e le sue attrattive.
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Lโesperienza di questi deportati รจ un ammonimento per chi, come loro, si adatta a una vita banale e senza prospettive, anche se comoda, e rifiuta i pressanti inviti del Signore a lasciarsi liberare, a guardare al futuro con gli occhi di Dio.
Il messaggio di questo profeta รจ dunque rivolto anche a noi.
Inizia con un invito pressante: โConsolate, consolate il mio popolo, gridate a Gerusalemme che รจ finita la sua schiaยญvitรนโฆ perchรฉ ha ricevuto il doppio castigo per tutti i suoi peccatiโ (vv. 1-2). Come i ladri che dovevano pagare il doppio di ciรฒ che avevano rubato (Es 22,3), Israele aveva scontato i suoi errori, li aveva pagati duramente, oltremisura, proprio come sempre accade a chi si discosta dai cammini di Dio.
Nel linguaggio corrente consolare equivale, il piรน delle volte, a pronunciare parole di conforto, comunicare un poโ di serenitร a chi รจ afflitto, ma non modifica la situazione penosa che causa dolore. La consolazione di Dio non si riduce a una tenera carezza che rincuora; Dio consola soccorrendo chi si trova in condizioni disperate, consola il misero sollevandolo dalla polvere (1 Sam 2,8), mutando il suo lamento in danza e il suo grido in canto di gioia (Sl 30,12).
Lo Spirito santo รจ chiamato da Gesรน Consolatore (Gv 14,15) perchรฉ, con la sua venuta, rinnova la faccia della terra (Sl 104,30).
Dio consola, cioรจ libera gli uomini da tutte le loro schiavitรน, attraverso la sua parola, che non รจ fragile come lโerba che secca o caduca come il fiore che appassisce, ma รจ viva ed eterna (Is 40,6-8) e non ritorna mai a Dio senza aver operato ciรฒ che egli desidera, senza aver compiuto ciรฒ per cui รจ stata mandata (Is 55,10-11).
Nella seconda parte della lettura (vv. 3-5) una voce anonima grida: โNel deserto preparate la via al Signoreโฆ ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassatiโ.
La costruzione di una strada รจ la condizione perchรฉ Dio possa venire a consolare il suo popolo.
Un immenso deserto separa la Palestina dalla Mesopotamia e la strada che, nellโantichitร , univa Babilonia alle cittร della costa mediterranea non lo attraversava, ma, risalendo verso nord, lo costeggiava per quasi mille chilometri. La voce misteriosa invita gli esuli a tracciare una via nuova, spaziosa e diritta, che permetta di giungere, in modo agevole e spedito, alla meta dove il Signore li vuole condurre.
Il profeta accumula una serie di immagini per evidenziare gli impegni che chi vuole fare spazio a Dio nella propria vita si deve assumere. Chiede di preparare la via al Signore, non una via che conduca lโuomo a Dio, ma una che permetta a Dio di giungere allโuomo.
Lโapertura di questa nuova strada indica la disposizione interiore ad abbandonare i cammini antichi, quelli che Dio ha sempre rifiutato: โI miei pensieri non sono i vostri pensieri e le vostre vie non sono le mie vieโ (Is 56,7-8). I monti da abbassare e le valli da colmare rappresentano gli impedimenti allโincontro, alla comunicazione, alla reciproca stima fra i popoli di diversa cultura, razza, religione. Solo rimuovendo questi ostacoli รจ possibile preparare la via al Signore, via dellโintesa, del perdono, della riconciliazione.
In una visione grandiosa, nella terza parte della lettura (vv. 9-11) il profeta descrive il ritorno degli esuli nella cittร santa. Non li guida un uomo, comโera accaduto durante lโesodo dallโEgitto, ma รจ il Signore stesso che li precede e, come un pastore, conduce le sue pecore, โportando in braccio gli agnellini e conducendo pian piano le pecore madriโ (v. 11).
Lโimmagine รจ commovente, mostra la tenerezza di Dio nei confronti dei piรน deboli. Tenero, dolce, paziente, egli rispetta i tempi e i ritmi spirituali di ognuno: apprezza chi cammina spedito, ma rivolge le sue attenzioni e premure a chi avanza con fatica, a chi si attarda lungo il cammino.
Quando il gruppo degli esuli รจ ormai vicino alla cittร , ecco alcuni staccarsi dal gruppo e correre avanti per annunciare la โlieta notiziaโ della liberazione. Sion รจ invitata dal profeta a divenire annunciatrice di โliete notizieโ. Il suo messaggio di gioia, il โvangeloโ da lei proclamato รจ: Dio non abbandonerร mai lโuomo, lo andrร sempre a cercare in ogni terra di schiavitรน, lo prenderร fra le braccia e lo accompagnerร lungo il cammino che conduce alla libertร .
Seconda Lettura (2 Pt 3,8-14)
8 Una cosa perรฒ non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno รจ come mille anni e mille anni come un giorno solo. 9 Il Signore non ritarda nellโadempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.
10 Il giorno del Signore verrร come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto cโรจ in essa sarร distrutta.
11 Poichรฉ dunque tutte queste cose devono dissolversi cosรฌ, quali non dovete essere voi, nella santitร della condotta e nella pietร , 12 attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno! 13 E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrร stabile dimora la giustizia.
14 Perciรฒ, carissimi, nellโattesa di questi eventi, cercate dโessere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace.
I primi cristiani erano convinti che il Signore Gesรน avrebbe presto cambiato il mondo, ma, dopo alcune decine dโanni, si erano resi conto che le loro speranze venivano deluse. Cominciarono a meravigliarsi del ritardo e sorsero i primi dubbi sulla fedeltร di Dio alle sue promesse. I miscredenti deridevano le loro attese e chiedevano beffardi: โQuando si realizzerร la promessa della sua venuta? Da quando i nostri padri hanno chiuso gli ocยญchi, tutto rimane come allโinizio della creazioneโ (2 Pt 3,4).
A questi cristiani in difficoltร un pastore dโanime, vissuto nella seconda metร del I secolo d.C., rivolge una parola di incoraggiamento e chiarisce i motivi del ritardo della venuta del Signore.
Il brano che ci viene proposto oggi riprende due di queste ragioni. Anzitutto il modo con cui Dio misura il tempo รจ diverso dal nostro: per lui mille anni sono come un giorno (v. 8) e, se egli non distrugge il mondo, malgrado trabocchi di iniquitร , รจ perchรฉ vuole che tutti gli uomini abbiano il tempo di convertirsi e di salvarsi (v. 9). Non affretta i tempi perchรฉ rispetta lโuomo e cerca di conquistarlo al suo amore. Il suo apparente ritardo va letto come un segno della sua misericordia, della sua pazienza e del suo desiderio di non perdere alcuno dei suoi figli.
Lโautore della lettera intende poi chiarire un equivoco: la venuta del Signore non va immaginata come un suo ritorno nella gloria, per annientare โ come predicano, anche oggi, alcune sette apocalittiche โ i suoi nemici. Dietro questa concezione si cela lโidea che la sua prima venuta nella mangiatoia di Betlemme e il suo sacrificio sul Calvario siano stati un fallimento e che egli ritorni per attuare, con la forza, quel progetto che non gli era riuscito di realizzare con la dolcezza e con lโamore.
No. Tutte le sue venute sono gloriose, tutte sono rivelazioni della sua bontร , della sua giustizia, della sua volontร di non perdere alcuna delle sue creature.
Vangelo (Mc 1,1-8)
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: 33 โState attenti, vegliate, perchรฉ non sapete quando sarร il momento preciso. 34 ร come uno che รจ partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.
35 Vigilate dunque, poichรฉ non sapete quando il padrone di casa ritornerร , se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, 36 perc1 Inizio del vangelo di Gesรน Cristo, Figlio di Dio.
2 Come รจ scritto nel profeta Isaia:
โEcco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerร la strada.
3 Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieriโ,
4 si presentรฒ Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
5 Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
6 Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico 7 e predicava: โDopo di me viene uno che รจ piรน forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerร con lo Spirito Santoโ.hรฉ non giunga allโimprovviso, trovandovi addormentati. 37 Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!โ.
โInizio del vangelo di Gesรน Cristo, figlio di Dioโ (v. l). Un versetto che sembra inutile: che bisogno cโera di dar rilievo al fatto che siamo di fronte alla prima riga del vangelo? Si tratta invece di una frase introduttoria composta con attenzione da Marco. Con la prima parola del suo libro egli ha voluto richiamare ai suoi lettori lโinizio del libro della Genesi: โIn principio Dio creรฒ il cielo e la terraโ.
Il mondo, uscito buono dalle mani di Dio, si era poi corrotto e gli israeliti, da molti secoli, erano in attesa che Dio realizzasse la sua promessa: โIo creo nuovi cieli e una nuova terra; non si ricorderร piรน il passatoโ (Is 65,17).
Eccola โ esclama lโevangelista โ la lieta notizia: la realtร nuova รจ sorta, la potete verificare, nel mondo รจ presente il regno di Dio.
โDove, come e quando ha avuto origine il mondo nuovo nel quale noi siamo entrati mediante la fede? โ chiedono i cristiani del I secolo d.C. โ Qual รจ la nostra storia?โ.
Per rispondere a queste domande, negli anni 60 d.C., quando ancora molti testimoni oculari sono vivi, a Roma si decide di scrivere un testo ufficiale che racconti lโorigine e presenti il contenuto della โlieta notiziaโ e, per redigerlo, viene incaricato Marco, un discepolo molto stimato, identificato dalla tradizione con il โfiglio di Mariaโ, la proprietaria della casa dove era solita riunirsi la prima comunitร cristiana di Gerusalemme (At 12,12-17). Potrebbe essere quel giovinetto che, al momento della cattura di Gesรน, si trovava al Getsรจmani e che fuggรฌ via nudo quando le guardie afferrarono il lenzuolo in cui era avvolto (Mc 14,51).
Marco avrebbe potuto sintetizzare il vangelo in dense formule teologiche, ha scelto invece un altro genere letterario, il racconto.
Tutto รจ cominciato โ scrive โ quando Giovanni si รจ presentato nel deserto di Giuda per chiamare il suo popolo alla conversione e Gesรน di Nazaret si รจ recato da lui per essere battezzato. Lรฌ ebbe inizio la nostra storia, lรฌ รจ cominciato il vangelo.
Per molti i vangeli sono solo i quattro libri in cui sono narrati gli avvenimenti della vita di Gesรน; eppure, lโuso di chiamare vangeli questi testi รจ stato introdotto varie decine di anni dopo che erano stati scritti. Prima questo termine non indicava un libro, ma semplicemente una lieta notizia recata da un messaggero. Erano vangeli gli annunci di vittoria, di avvenimenti fortunati, di accordi di pace e, soprattutto, le notizie riguardanti la nascita, la vita, le imprese gloriose dellโimperatore di Roma, perchรฉ suscitavano speranze di benessere, di salute, di pace. Chi le udiva trasaliva di gioia. Nella celebre iscrizione di Priene, in Asia Minore, risalente allโanno 9 d.C., si dice che il giorno della nascita di Augusto โรจ stato per il mondo lโinizio dei vangeli ricevuti grazie a luiโ.
Quando Marco scrive il suo libro, Augusto รจ morto da piรน di cinquantโanni ed รจ quindi possibile fare un bilancio di ciรฒ che รจ accaduto dopo di lui: le sue legioni hanno posto fine ai disordini che hanno sconvolto Roma per un secolo, con lui รจ cominciato un periodo di prosperitร e di pace in tutto il bacino del Mediterraneo e molti hanno pensato che fosse iniziata lโetร dellโoro. Invece la sua nascita non ha segnato per il mondo lโinizio di notizie perennemente liete. Dei primi dodici cesari, sette sono morti di morte violenta, Caligola e Nerone non sono stati certo esemplari e, proprio quando Marco mette mano alla sua opera, scoppia la violenta guerra civile che porta al potere la famiglia dei Flavi.
Riprendendo il termine vangelo, Marco intende dire ai suoi lettori: i vangeli degli imperatori hanno tradito le attese, la lieta notizia che non delude รจ unโaltra: รจ Gesรน, unto del Signore, figlio di Dio.
Dopo il versetto iniziale, viene introdotto in scena (vv. 2-4) il Battista, un asceta che ha fissato la sua dimora nel deserto di Giuda e che vive ai margini delle strutture sociali, politiche e religiose. ร figlio di un popolo che da secoli รจ in cammino: รจ uscito dallโEgitto per entrare nella terra promessa, poi รจ divenuto di nuovo schiavo a Babilonia ed รจ stato ricondotto da Dio a Gerusalemme; quando credeva di essere finalmente libero, ecco presentarsi Giovanni, figlio di Zaccaria, che lo invita a ripartire: โPreparate โ esortava โ la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieriโ (v. 3). Sono parole giร udite: sono quelle del profeta anonimo che, a Babilonia, quasi sei secoli prima, incoraggiava gli esuli a ritornare nella loro terra.
Molti raccolgono questo invito, escono dalla Giudea e accorrono al Giordano per farsi battezzare. Hanno capito che รจ necessario ripetere lโesperienza dellโesodo, che devono rimettersi in cammino per raggiungere la vera terra promessa. Non รจ la Palestina la meta ultima del popolo di Dio.
Verso quale patria il Signore li vuole condurre? Ancora non lo sanno, nรฉ conoscono il nuovo Mosรจ che li guiderร .
Particolare risalto viene dato dallโevangelista allโabbigliamento e al cibo frugale di Giovanni: โIndossava una pelle di cammello e aveva ai fianchi una cintura di cuoio; si nutriva di locuste e di miele selvaticoโ (v. 6). Non passeggiava in morbide vesti, come sono soliti fare coloro che vivono nei palazzi delle cittร ; non si nutriva dei prodotti dei campi coltivati, ma di ciรฒ che si trova o cresce spontaneamente nel deserto. Il suo era un riยญfiuto della societร corrotta e frivola che, avendo smarrito il senso grandioso del semplice, aveva dimenticato anche il suo Dio.
Israele, la sposa, doveva tornare nel deserto per essere ricuperata allโaffetto del suo Signore che lโattendeva: โLa attirerรฒ a me, la condurrรฒ nel deserto e parlerรฒ al suo cuore. Lร canterร come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscรฌ dal paese dโEgitto (Os 2,16-17).
Il Battista aveva una missione da svolgere: preparare la strada per questo incontro dโamore. Lo strano abbigliamento che lo contraddistingueva era quello dei profeti (Zc 13,4) e, in particolare, di Elia che, come Giovanni, โindossava una pelle non lavorata e aveva ai fianchi una cintura di cuoioโ (2 Re 1,8).
Il contenuto della predicazione del Battista (vv. 7-8) era lโannuncio della venuta di uno, piรน forte di lui, che avrebbe battezzato con lo Spirito santo.
Battezzare significa immergere. Giovanni faceva entrare nellโacqua coloro che accoglievano il suo invito alla conversione. Il gesto esprimeva la rottura definitiva con la condotta anteriore e la decisione di condurre una vita completamente nuova.
Questo battesimo perรฒ non era sufficiente: lโacqua del Giordano non comunicava la vita, lavava solo il corpo. Era necessaria unโaltra acqua, unโacqua che entrasse nellโuomo e agisse in lui come linfa vitale. Il Battista la prometteva e indicava anche colui che lโavrebbe donata.
Lโacqua che sommerge uccide; invece lโacqua che entra, quella che รจ assimilata dalle piante, dagli animali, dallโuomo, รจ vita. In queste due funzioni dellโacqua sono richiamati i due momenti del nostro battesimo. La morte al passato รจ indicata dallโimmersione nellโacqua, il dono dello Spirito รจ rappresentato dallโacqua viva offerta da Cristo: โChi ha sete venga a me e beva chi crede in meโ (Gv 7,38).
Per gentile concessione di Settimana News.