HomeVangelo della Domenicap. Fernando Armellini - Commento al Vangelo del 10 Dicembre 2023

p. Fernando Armellini โ€“ Commento al Vangelo del 10 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: โœ Mc 1, 1-8

Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 10 dicembre 2023.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

2a Domenica di Avvento   anno B
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Cerca vie nuove

Un giorno i discepoli di un rabbino irruppero nellโ€™aula e, raggianti, riferirono la lieta notizia: โ€œรˆ giunto il messia!โ€. Senza scomporsi, il maestro si accostรฒ alla finestra, volse attorno lo sguardo e osservรฒ la gente che, come ogni mattino, si muoveva frettolosa lungo le strade; i poveri ai crocicchi chiedevano lโ€™elemosina, i padroni inveivano contro i servi, i bambini piangevano, i ciechi erano condotti per mano, gli sciancati faticavano a camminare. Tornรฒ a sedersi, invitรฒ gli alunni a continuare a studiare, poi soggiunse: โ€œCome puรฒ essere venuto il messia se nel mondo tutto continua come prima?โ€.

Quando si avvereranno gli oracoli dei profeti? Fino a quando dovremo attendere โ€œnuovi cieli e una nuova terra in cui avrร  stabile dimora la giustiziaโ€ (2 Pt 3,13)?

La storia sembra deporre contro le promesse del Signore, pare una smentita della fede cristiana in Gesรน messia. Dopo millenni, non sono scomparse โ€œle voci di pianto e le grida di angosciaโ€ (Is 65,19), le spade non sono state cambiate in vomeri nรฉ le lance in falci (Is 2,4).

 I dubbi sulla fedeltร  di Dio allโ€™impegno preso di far sorgere un nuovo mondo compaiono quando si dimentica che i tempi degli innamorati non sono scanditi dallโ€™orologio, ma dallโ€™amore: unโ€™ora passa in un istante e lโ€™attimo puรฒ sembrare una vita. Chi ama รจ paziente e sa attendere. Per avere Rachele, Giacobbe servรฌ il suocero per sette anni e โ€œgli parvero pochi giorni tanto era il suo amore per leiโ€ (Gn 29,20).

Anche il Signore aspetta che lโ€™uomo gli spalanchi la via del suo cuore e, per lui, โ€œmille anniโ€ di attesa โ€œsono come un giorno soloโ€ (2 Pt 3,8).

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œSignore, fa che abbandoniamo le strade antiche, insegnaci a prepararti una via nuovaโ€.

Prima Lettura  (Is 40,1-5.9-11)

1 โ€œConsolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio.
2 Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele
che รจ finita la sua schiavitรน, รจ stata scontata la sua iniquitร ,
perchรฉ ha ricevuto dalla mano del Signore
doppio castigo per tutti i suoi peccatiโ€.
3 Una voce grida:
โ€œNel deserto preparate la via al Signore,
appianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
4 Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in pianura.
5 Allora si rivelerร  la gloria del Signore e ogni uomo la vedrร ,
poichรฉ la bocca del Signore ha parlatoโ€.
9 Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion;
alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme.
Alza la voce, non temere; annunzia alle cittร  di Giuda:
โ€œEcco il vostro Dio! 10 Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
con il braccio egli detiene il dominio.
Ecco, egli ha con sรฉ il premio e i suoi trofei lo precedono.
11 Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madriโ€.

I primi anni dโ€™esilio a Babilonia furono difficili, ma, in seguito, gli Israeliti si adattarono alla loro nuova condizione e molti riuscirono addirittura a raggiungere posizioni sociali prestigiose.

Dopo una quarantina dโ€™anni ecco sorgere un profeยญta. Era un uomo illuminato, un poeta sensibile, un teologo geniale; seguiva con atยญtenzione gli avvenimenti politici del suo tempo e si era reso conto che il regno di Babilonia si stava sgretolando, mentre cresceva vertiginosamente il potere di Ciro, re di Persia. Era giunto il momento di risvegliare negli esuli la speยญranza della fine della schiavitรน e dellโ€™imminente riยญtorno nella terra dei loro padri. Cominciรฒ a far circolare fra i deportati le sue intuizioni, i suoi presagi e le sue speranze e, per non insospettire le autoritร  babilonesi, che lo avrebbero potuto accusare di essere un sovversivo, fece ricorso a un linguaggio criptato, impiegรฒ immagini che solo i figli del suo popolo erano in grado di comยญprendere. Annunciรฒ lโ€™imminente liberazione dalla schiavitรน babilonese rifacendosi ai miracoli accaduti durante lโ€™esodo dallโ€™Egitto e promettendo prodigi ancora maggiori.

Pochi, fra i deportati, coltivavano questa sua sensibilitร  spirituale. La maggioranza, sedotta dalle lusinghe della vita pagana, si era ormai integrata nella nuova realtร  sociale e religiosa, aveva dimenticato il glorioso passato e considerava i richiami alle promesse fatte ad Abramo poco piรน che fiabe destituite di ogni valore. Questi esuli, svigoriti nella fede, incapaci di cogliere i richiami di Dio, non ebbero nรฉ il coraggio nรฉ la forza di iniziare una vita nuova e si dispersero fra i pagani. La storia della salvezza continuรฒ senza di loro. Il periยญcolo maggiore dellโ€™esilio non fu la sua durezza, ma le sue seduzioni e le sue attrattive.

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Lโ€™esperienza di questi deportati รจ un ammonimento per chi, come loro, si adatta a una vita banale e senza prospettive, anche se comoda, e rifiuta i pressanti inviti del Signore a lasciarsi liberare, a guardare al futuro con gli occhi di Dio.

Il messaggio di questo profeta รจ dunque rivolto anche a noi.

 Inizia con un invito pressante: โ€œConsolate, consolate il mio popolo, gridate a Gerusalemme che รจ finita la sua schiaยญvitรนโ€ฆ perchรฉ ha ricevuto il doppio castigo per tutti i suoi peccatiโ€ (vv. 1-2). Come i ladri che dovevano pagare il doppio di ciรฒ che avevano rubato (Es 22,3), Israele aveva scontato i suoi errori, li aveva pagati duramente, oltremisura, proprio come sempre accade a chi si discosta dai cammini di Dio.

Nel linguaggio corrente consolare equivale, il piรน delle volte, a pronunciare parole di conforto, comunicare un poโ€™ di serenitร  a chi รจ afflitto, ma non modifica la situazione penosa che causa dolore. La consolazione di Dio non si riduce a una tenera carezza che rincuora; Dio consola soccorrendo chi si trova in condizioni disperate, consola il misero sollevandolo dalla polvere (1 Sam 2,8), mutando il suo lamento in danza e il suo grido in canto di gioia (Sl 30,12).

Lo Spirito santo รจ chiamato da Gesรน Consolatore (Gv 14,15) perchรฉ, con la sua venuta, rinnova la faccia della terra (Sl 104,30).

Dio consola, cioรจ libera gli uomini da tutte le loro schiavitรน, attraverso la sua parola, che non รจ fragile come lโ€™erba che secca o caduca come il fiore che appassisce, ma รจ viva ed eterna (Is 40,6-8) e non ritorna mai a Dio senza aver operato ciรฒ che egli desidera, senza aver compiuto ciรฒ per cui รจ stata mandata (Is 55,10-11).

Nella seconda parte della lettura (vv. 3-5) una voce anonima grida: โ€œNel deserto preparate la via al Signoreโ€ฆ ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassatiโ€.

La costruzione di una strada รจ la condizione perchรฉ Dio possa venire a consolare il suo popolo.

Un immenso deserto separa la Palestina dalla Mesopotamia e la strada che, nellโ€™antichitร , univa Babilonia alle cittร  della costa mediterranea non lo attraversava, ma, risalendo verso nord, lo costeggiava per quasi mille chilometri. La voce misteriosa invita gli esuli a tracciare una via nuova, spaziosa e diritta, che permetta di giungere, in modo agevole e spedito, alla meta dove il Signore li vuole condurre.

Il profeta accumula una serie di immagini per evidenziare gli impegni che chi vuole fare spazio a Dio nella propria vita si deve assumere. Chiede di preparare la via al Signore, non una via che conduca lโ€™uomo a Dio, ma una che permetta a Dio di giungere allโ€™uomo.

Lโ€™apertura di questa nuova strada indica la disposizione interiore ad abbandonare i cammini antichi, quelli che Dio ha sempre rifiutato: โ€œI miei pensieri non sono i vostri pensieri e le vostre vie non sono le mie vieโ€ (Is 56,7-8). I monti da abbassare e le valli da colmare rappresentano gli impedimenti allโ€™incontro, alla comunicazione, alla reciproca stima fra i popoli di diversa cultura, razza, religione. Solo rimuovendo questi ostacoli รจ possibile preparare la via al Signore, via dellโ€™intesa, del perdono, della riconciliazione.

In una visione grandiosa, nella terza parte della lettura (vv. 9-11) il profeta descrive il ritorno degli esuli nella cittร  santa. Non li guida un uomo, comโ€™era accaduto durante lโ€™esodo dallโ€™Egitto, ma รจ il Signore stesso che li precede e, come un pastore, conduce le sue pecore, โ€œportando in braccio gli agnellini e conducendo pian piano le pecore madriโ€ (v. 11).

Lโ€™immagine รจ commovente, mostra la tenerezza di Dio nei confronti dei piรน deboli. Tenero, dolce, paziente, egli rispetta i tempi e i ritmi spirituali di ognuno: apprezza chi cammina spedito, ma rivolge le sue attenzioni e premure a chi avanza con fatica, a chi si attarda lungo il cammino.

Quando il gruppo degli esuli รจ ormai vicino alla cittร , ecco alcuni staccarsi dal gruppo e correre avanti per annunciare la โ€œlieta notiziaโ€ della liberazione. Sion รจ invitata dal profeta a divenire annunciatrice di โ€œliete notizieโ€. Il suo messaggio di gioia, il โ€œvangeloโ€ da lei proclamato รจ: Dio non abbandonerร  mai lโ€™uomo, lo andrร  sempre a cercare in ogni terra di schiavitรน, lo prenderร  fra le braccia e lo accompagnerร  lungo il cammino che conduce alla libertร .

Seconda Lettura (2 Pt 3,8-14)

8 Una cosa perรฒ non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno รจ come mille anni e mille anni come un giorno solo. 9 Il Signore non ritarda nellโ€™adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.
10 Il giorno del Signore verrร  come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto cโ€™รจ in essa sarร  distrutta.
11 Poichรฉ dunque tutte queste cose devono dissolversi cosรฌ, quali non dovete essere voi, nella santitร  della condotta e nella pietร , 12 attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno! 13 E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrร  stabile dimora la giustizia.
14 Perciรฒ, carissimi, nellโ€™attesa di questi eventi, cercate dโ€™essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace.

I primi cristiani erano convinti che il Signore Gesรน avrebbe presto cambiato il mondo, ma, dopo alcune decine dโ€™anni, si erano resi conto che le loro speranze venivano deluse. Cominciarono a meravigliarsi del ritardo e sorsero i primi dubbi sulla fedeltร  di Dio alle sue promesse. I miscredenti deridevano le loro attese e chiedevano beffardi: โ€œQuando si realizzerร  la promessa della sua venuta? Da quando i nostri padri hanno chiuso gli ocยญchi, tutto rimane come allโ€™inizio della creazioneโ€ (2 Pt 3,4).

A questi cristiani in difficoltร  un pastore dโ€™anime, vissuto nella seconda metร  del I secolo d.C., rivolge una parola di incoraggiamento e chiarisce i motivi del ritardo della venuta del Signore.

Il brano che ci viene proposto oggi riprende due di queste ragioni. Anzitutto il modo con cui Dio misura il tempo รจ diverso dal nostro: per lui mille anni sono come un giorno (v. 8) e, se egli non distrugge il mondo, malgrado trabocchi di iniquitร , รจ perchรฉ vuole che tutti gli uomini abbiano il tempo di convertirsi e di salvarsi (v. 9). Non affretta i tempi perchรฉ rispetta lโ€™uomo e cerca di conquistarlo al suo amore. Il suo apparente ritardo va letto come un segno della sua misericordia, della sua pazienza e del suo desiderio di non perdere alcuno dei suoi figli.

Lโ€™autore della lettera intende poi chiarire un equivoco: la venuta del Signore non va immaginata come un suo ritorno nella gloria, per annientare โ€“ come predicano, anche oggi, alcune sette apocalittiche โ€“ i suoi nemici. Dietro questa concezione si cela lโ€™idea che la sua prima venuta nella mangiatoia di Betlemme e il suo sacrificio sul Calvario siano stati un fallimento e che egli ritorni per attuare, con la forza, quel progetto che non gli era riuscito di realizzare con la dolcezza e con lโ€™amore.

No. Tutte le sue venute sono gloriose, tutte sono rivelazioni della sua bontร , della sua giustizia, della sua volontร  di non perdere alcuna delle sue creature.

Vangelo (Mc 1,1-8)

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: 33 โ€œState attenti, vegliate, perchรฉ non sapete quando sarร  il momento preciso. 34 รˆ come uno che รจ partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.
35 Vigilate dunque, poichรฉ non sapete quando il padrone di casa ritornerร , se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, 36 perc1 Inizio del vangelo di Gesรน Cristo, Figlio di Dio.
2 Come รจ scritto nel profeta Isaia:
โ€œEcco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerร  la strada.
3 Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieriโ€,
4 si presentรฒ Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
5 Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
6 Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico 7 e predicava: โ€œDopo di me viene uno che รจ piรน forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerร  con lo Spirito Santoโ€.
hรฉ non giunga allโ€™improvviso, trovandovi addormentati. 37 Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!โ€.

โ€œInizio del vangelo di Gesรน Cristo, figlio di Dioโ€ (v. l). Un versetto che sembra inutile: che bisogno cโ€™era di dar rilievo al fatto che siamo di fronte alla prima riga del vangelo? Si tratta invece di una frase introduttoria composta con attenzione da Marco. Con la prima parola del suo libro egli ha voluto richiamare ai suoi lettori lโ€™inizio del libro della Genesi: โ€œIn principio Dio creรฒ il cielo e la terraโ€.

Il mondo, uscito buono dalle mani di Dio, si era poi corrotto e gli israeliti, da molti secoli, erano in attesa che Dio realizzasse la sua promessa: โ€œIo creo nuovi cieli e una nuova terra; non si ricorderร  piรน il passatoโ€ (Is 65,17).

Eccola โ€“ esclama lโ€™evangelista โ€“ la lieta notizia: la realtร  nuova รจ sorta, la potete verificare, nel mondo รจ presente il regno di Dio.

โ€œDove, come e quando ha avuto origine il mondo nuovo nel quale noi siamo entrati mediante la fede? โ€“ chiedono i cristiani del I secolo d.C. โ€“ Qual รจ la nostra storia?โ€.

Per rispondere a queste domande, negli anni 60 d.C., quando ancora molti testimoni oculari sono vivi, a Roma si decide di scrivere un testo ufficiale che racconti lโ€™origine e presenti il contenuto della โ€œlieta notiziaโ€ e, per redigerlo, viene incaricato Marco, un discepolo molto stimato, identificato dalla tradizione con il โ€œfiglio di Mariaโ€, la proprietaria della casa dove era solita riunirsi la prima comunitร  cristiana di Gerusalemme (At 12,12-17). Potrebbe essere quel giovinetto che, al momento della cattura di Gesรน, si trovava al Getsรจmani e che fuggรฌ via nudo quando le guardie afferrarono il lenzuolo in cui era avvolto (Mc 14,51).

Marco avrebbe potuto sintetizzare il vangelo in dense formule teologiche, ha scelto invece un altro genere letterario, il racconto.

Tutto รจ cominciato โ€“ scrive โ€“ quando Giovanni si รจ presentato nel deserto di Giuda per chiamare il suo popolo alla conversione e Gesรน di Nazaret si รจ recato da lui per essere battezzato. Lรฌ ebbe inizio la nostra storia, lรฌ รจ cominciato il vangelo.

Per molti i vangeli sono solo i quattro libri in cui sono narrati gli avvenimenti della vita di Gesรน; eppure, lโ€™uso di chiamare vangeli questi testi รจ stato introdotto varie decine di anni dopo che erano stati scritti. Prima questo termine non indicava un libro, ma semplicemente una lieta notizia recata da un messaggero. Erano vangeli gli annunci di vittoria, di avvenimenti fortunati, di accordi di pace e, soprattutto, le notizie riguardanti la nascita, la vita, le imprese gloriose dellโ€™imperatore di Roma, perchรฉ suscitavano speranze di benessere, di salute, di pace. Chi le udiva trasaliva di gioia. Nella celebre iscrizione di Priene, in Asia Minore, risalente allโ€™anno 9 d.C., si dice che il giorno della nascita di Augusto โ€œรจ stato per il mondo lโ€™inizio dei vangeli ricevuti grazie a luiโ€.

Quando Marco scrive il suo libro, Augusto รจ morto da piรน di cinquantโ€™anni ed รจ quindi possibile fare un bilancio di ciรฒ che รจ accaduto dopo di lui: le sue legioni hanno posto fine ai disordini che hanno sconvolto Roma per un secolo, con lui รจ cominciato un periodo di prosperitร  e di pace in tutto il bacino del Mediterraneo e molti hanno pensato che fosse iniziata lโ€™etร  dellโ€™oro. Invece la sua nascita non ha segnato per il mondo lโ€™inizio di notizie perennemente liete. Dei primi dodici cesari, sette sono morti di morte violenta, Caligola e Nerone non sono stati certo esemplari e, proprio quando Marco mette mano alla sua opera, scoppia la violenta guerra civile che porta al potere la famiglia dei Flavi.

Riprendendo il termine vangelo, Marco intende dire ai suoi lettori: i vangeli degli imperatori hanno tradito le attese, la lieta notizia che non delude รจ unโ€™altra: รจ Gesรน, unto del Signore, figlio di Dio.

Dopo il versetto iniziale, viene introdotto in scena (vv. 2-4) il Battista, un asceta che ha fissato la sua dimora nel deserto di Giuda e che vive ai margini delle strutture sociali, politiche e religiose. รˆ figlio di un popolo che da secoli รจ in cammino: รจ uscito dallโ€™Egitto per entrare nella terra promessa, poi รจ divenuto di nuovo schiavo a Babilonia ed รจ stato ricondotto da Dio a Gerusalemme; quando credeva di essere finalmente libero, ecco presentarsi Giovanni, figlio di Zaccaria, che lo invita a ripartire: โ€œPreparate โ€“ esortava โ€“ la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieriโ€ (v. 3). Sono parole giร  udite: sono quelle del profeta anonimo che, a Babilonia, quasi sei secoli prima, incoraggiava gli esuli a ritornare nella loro terra.

Molti raccolgono questo invito, escono dalla Giudea e accorrono al Giordano per farsi battezzare. Hanno capito che รจ necessario ripetere lโ€™esperienza dellโ€™esodo, che devono rimettersi in cammino per raggiungere la vera terra promessa. Non รจ la Palestina la meta ultima del popolo di Dio.

Verso quale patria il Signore li vuole condurre? Ancora non lo sanno, nรฉ conoscono il nuovo Mosรจ che li guiderร .

Particolare risalto viene dato dallโ€™evangelista allโ€™abbigliamento e al cibo frugale di Giovanni: โ€œIndossava una pelle di cammello e aveva ai fianchi una cintura di cuoio; si nutriva di locuste e di miele selvaticoโ€ (v. 6). Non passeggiava in morbide vesti, come sono soliti fare coloro che vivono nei palazzi delle cittร ; non si nutriva dei prodotti dei campi coltivati, ma di ciรฒ che si trova o cresce spontaneamente nel deserto. Il suo era un riยญfiuto della societร  corrotta e frivola che, avendo smarrito il senso grandioso del semplice, aveva dimenticato anche il suo Dio.

Israele, la sposa, doveva tornare nel deserto per essere ricuperata allโ€™affetto del suo Signore che lโ€™attendeva: โ€œLa attirerรฒ a me, la condurrรฒ nel deserto e parlerรฒ al suo cuore. Lร  canterร  come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscรฌ dal paese dโ€™Egitto (Os 2,16-17).

Il Battista aveva una missione da svolgere: preparare la strada per questo incontro dโ€™amore. Lo strano abbigliamento che lo contraddistingueva era quello dei profeti (Zc 13,4) e, in particolare, di Elia che, come Giovanni, โ€œindossava una pelle non lavorata e aveva ai fianchi una cintura di cuoioโ€ (2 Re 1,8).

Il contenuto della predicazione del Battista (vv. 7-8) era lโ€™annuncio della venuta di uno, piรน forte di lui, che avrebbe battezzato con lo Spirito santo.

Battezzare significa immergere. Giovanni faceva entrare nellโ€™acqua coloro che accoglievano il suo invito alla conversione. Il gesto esprimeva la rottura definitiva con la condotta anteriore e la decisione di condurre una vita completamente nuova.

Questo battesimo perรฒ non era sufficiente: lโ€™acqua del Giordano non comunicava la vita, lavava solo il corpo. Era necessaria unโ€™altra acqua, unโ€™acqua che entrasse nellโ€™uomo e agisse in lui come linfa vitale. Il Battista la prometteva e indicava anche colui che lโ€™avrebbe donata.

Lโ€™acqua che sommerge uccide; invece lโ€™acqua che entra, quella che รจ assimilata dalle piante, dagli animali, dallโ€™uomo, รจ vita. In queste due funzioni dellโ€™acqua sono richiamati i due momenti del nostro battesimo. La morte al passato รจ indicata dallโ€™immersione nellโ€™acqua, il dono dello Spirito รจ rappresentato dallโ€™acqua viva offerta da Cristo: โ€œChi ha sete venga a me e beva chi crede in meโ€ (Gv 7,38).

Per gentile concessione di Settimana News.

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