Nel nostro convento abbiamo una decina di galline, e questo per varie ragioni, sia per amore per gli animali, sia perché ne mangiamo le uova, ma anche perché in questo modo non dobbiamo mai buttare via del pane.
Capita, infatti, che avanzino dei pezzi di pane vecchio, e per carità, si potrebbero mangiare anche quei tozzi di pane, ma se lo mangiano le galline è meglio, perché sono contente loro e siamo contenti noi.
Tutti noi sappiamo che ogni giorno tonnellate di pane vengono buttate via, cibo comperato in eccedenza, e spesso buttato via ancora integro, semplicemente perché sulla tavola c’è molto di più di ciò che riusciamo a mangiare.
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Troppo facile pensare alla moltiplicazione dei pani, che Gesù compie per sfamare le folle che lo seguivano, solo sul piano spirituale. È fuori discussione che quel racconto abbia un valore spirituale, ed è una anticipazione dell’Eucarestia, Gesù che dona la sua vita per dare la vita a noi.
Ma la vita spirituale passa anche attraverso il pane che mangiamo a tavola, l’amore per il prossimo passa attraverso, il pane che noi doniamo a chi non ne ha. Anche quel pane che buttiamo nella spazzatura ha un valore spirituale, esprime lo spreco, esprime un amore per noi stessi notevolmente superiore all’amore che abbiamo per il nostro prossimo.
Il nostro benessere spirituale passa anche attraverso la nostra tavola, cerchiamo di apprezzare il valore spirituale di ogni boccone di pane che mangiamo, questo ci renderà più grati verso Dio, e più caritatevoli verso i più poveri.