Commento al Vangelo di domenica 2 dicembre 2012 – padre Bruno Secondin

Nella prima Domenica di Avvento, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui Gesù descrive lo sconvolgimento cosmico degli ultimi tempi quando Lui tornerà nella gloria. Il Signore invita a vegliare:

“State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso”.

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

Iniziamo con questa domenica il cammino dell’Avvento: e il brano evangelico ci aiuta a transitare dal bilancio di una fine del cosmo che sconvolge ogni cosa (è il richiamo all’anno liturgico appena concluso) all’impegno di vigilanza e attesa per un incontro che ogni anno si rinnova ed ha nel Natale la sua stella polare che ci guida. La prima parte del Vangelo riporta espressioni che sembrano minacciose. Più che incutere paura e angoscia, Gesù vuole affermare la certezza di un suo ritorno nella gloria alla fine della storia, per avvolgere tutto nello splendore della sua grazia. E portare così a pienezza la Pasqua di redenzione con una liberazione conclusiva che redime l’universo e annienta ogni malvagità. La seconda parte del brano orienta invece verso la vigilanza e la scioltezza di stile, che si oppongono alla dissipazione interiore ed esteriore per mille vuoti affanni. Non si sta attenti per sfuggire ai guai, ma per andare incontro al Signore che è venuto, e viene sempre e ancora per incontrarci di nuovo e farci sognare nuova liberazione e familiarità piena con Dio. Cammino di Avvento e attesa dell’Ultimo incontro si fondono perciò in un abbraccio che l’amore rende vivo e la fede certo.

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