Gesù si accorge del clima che si è fatto pesante intorno a lui. Ma non solo. Si accorge del baratro in cui Israele sta precipitando, accecato dalla propria arroganza e dalla rinata vita liturgica del tempio che, invece di avvicinare a Dio, assopisce i fedeli in un delirio cerimoniale. E ammonisce i suoi contemporanei e noi: attenti a non farci anestetizzare, attenti a non farci imbambolare, stordire.
Attenti a non cedere alla lusinga di un mondo che promette e non mantiene, che riempie tutti gli spazi impedendoci di vivere in pienezza. Esattamente come sta accadendo ancora oggi, tempo in cui le nostre vite sono consumate dall’ansia, dalla preoccupazione, in cui siamo sempre connessi senza sapere cosa dire, in cui chattiamo senza davvero comunicare e condividere, tempo in cui il tempo viene divorato, sempre di corsa, sempre in affanno, perdendo opportunità e consapevolezza.
Come al tempo di Noè, come con Lot, il rischio è di lasciare che il tempo scivoli via, che la vita si riduca al susseguirsi dei giorni senza poterli riempire di significato e di luce. Dio viene quando meno ce lo aspettiamo, irrompe nelle nostre vite, cerca spazio e accoglienza. E tutti noi a pensare: speriamo di essere lasciati! Cioè di scamparla in qualche modo…
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No, invece: speriamo di essere presi! Che Dio, venendo ogni giorno nella nostra vita, ci trovi svegli, desti, pronti ad accogliere il suo abbraccio di luce e di pace! Tale sia la nostra giornata e la nostra vita: spesa, donata, persa nel cuore degli altri.
Invece di crescere nell’ansia, nel vittimismo, nella depressione, cresciamo nella coscienza infinita di essere infinitamente amati e cercati, e di avere un compito ben preciso: quello di costruire un’arca che accolga chi ancora vuole vivere, persone, animali, chi ancora vuole raggiungere una terra promessa, un modo altro e alto di vivere.
Siamo testimoni di questa transizione, siamo orientati all’essenziale nell’ attesa del ritorno glorioso del Maestro che testimoniamo con la vita di tutti i giorni. Amando. Poiché amati, amanti.
FONTE: Amen – La Parola che salva
Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 17,26-37
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