Ovvio: amiamo chi ci ama, salutiamo chi ci saluta, ci è simpatico colui o colei cui siamo simpatici. Ovvio: se organizzo una cena invito, se possibile, persone conosciute, e gradevoli, che stimo e che, magari, mi stimano.
O, a volte, anche se non si dice, invito persone che mi possono portare un qualche vantaggio, che mi danno lustro, che mi possono tornare utili in ambito lavorativo o per un favore. Ovvio, normale, naturale. Ci sta. E Gesù, birichino, aggiunge: al contrario, tu.
Se, cioè, in qualche modo il Vangelo ha accarezzato il tuo cuore, lo ha sedotto, ti ha fatto pensare e credere che sia possibile un’ altra vita, tu invece, al contrario, fai ciò che nessuno si aspetta. Spiazza, esagera, ribalta, contraddici. Fai il contrario di quello che tutti si aspettano.
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Ama anche chi ti sta antipatico, saluta anche chi ce l’ha con te o ti ha fatto del male, invita chi non potrà mai restituirti quella cena. Non farlo perché ti senti diverso, migliore, evoluto. Fallo perché sei amato e con quell’amore diventi capace di andare oltre le convenzioni, rendi nuove tutte le cose, come solo Dio sa fare.
Non per tuo merito, ma perché il cuore deborda. Fallo, e rendi onore a quel Dio che ti ha invitato alla sua mensa senza sperare nulla in contraccambio. Fai al contrario di ciò che tutti si aspettano che tu faccia. Fai il contrario anche di quello che tutti si aspettano di veder fare da un cattolico pio e devoto, esci dall’immaginario fasullo che si è costruito intorno a noi discepoli.
Perché tutti si aspettano che siamo arrendevoli, zerbini per gli altri, un po’ stucchevoli, lontani dal mondo, col capino reclinato e il ditino (umilmente) puntato a denunciare le tante incoerenze degli altri.
Un animaletto da sacrestia mezzo uomo, amante della sofferenza, represso e castrato, penitente e sanguinante. Spiazza anche loro: ama la vita, gioisci di tutte le gioie che Dio ti dona. Sorridi, ama, vestiti bene (sei figlio del gran re!), il tuo cuore trabocchi di gratitudine, sii totalmente uomo perché totalmente di Dio.
FONTE: Amen – La Parola che salva