Giacinto Mancini – Se uno mi vuol servire, mi segua

Istruzioni pratiche per aspiranti discepoli

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A quanti intendono seguirlo, Gesù rivolge parole severe: considerino se sono in grado di affrontare una sequela che, tra le altre cose, mette in conto la disponibilità a perdere la vita; altrimenti conviene desistere (cfr. Lc 14,25-32). Prima di scegliere se seguire o meno il Signore, si deve quindi valutare con attenzione a cosa e quanto si è disposti a rinunciare pur di ricevere la ricompensa promessa ai discepoli. Leggendo queste pagine si potranno verificare i fondamenti delle proprie convinzioni circa ciò che si ritiene costitutivo di un’autentica sequela del Signore Gesù e – soprattutto nel caso ci si dovesse rendere conto che le proprie convinzioni poggiano su deboli o inconsistenti fondamenta – se si è disposti a cambiare la propria esistenza per poter stare dietro a Cristo conformemente a ciò che egli ha insegnato e voluto.

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Leggi la premessa

Mi è capitato più volte che qualcuno mi abbia chiesto di scrivere cosa io considero essenziale nella vita di un cristiano; in altre parole cosa una persona dovrebbe fare per potersi ritenere uno che sta al seguito di Gesù, ossia un discepolo. Questo libro è il mio tentativo di rispondere a quella richiesta. Ovviamente ho scritto ciò che considero essenziale; ciò che ritengo secondario lo si deduce di conseguenza.

Il Vangelo racconta che Gesù, dopo aver ricevuto il battesimo di Giovanni ed essere stato nel deserto per quaranta giorni, si reca in Galilea e lì dà inizio al suo ministero che durerà due anni e un paio di mesi circa1. Durante questo tempo Gesù entra in contatto con tanta gente e ad alcuni chiede di seguirlo fisicamente. Il gruppo formato da uomini e donne che si costituisce intorno a lui sarà chiamato con il nome di discepoli.

Cosa possiamo sapere dai vangeli circa la prassi impiegata da Gesù quando chiamava qualcuno a seguirlo?

Primo obiettivo di questo saggio è, dunque, presentare sinteticamente le caratteristiche del discepolato cristiano. Cosa esige? Cosa promette come ricompensa? Le richieste che Gesù ha fatto circa duemila anni fa a coloro che ha chiamato alla sua sequela, sono ancora valide o lo erano solo per i suoi contemporanei? Tutte o solo alcune? Si tratta di un argomento basilare per chi oggi vuol essere discepolo di Cristo.

Leggendo queste pagine si potranno verificare i fondamenti delle proprie convinzioni circa ciò che si ritiene costitutivo di un’autentica sequela del Signore Gesù e – soprattutto nel caso ci si dovesse rendere conto che le proprie convinzioni poggiano su deboli o inconsistenti fondamenta – se si è disposti a cambiare la propria esistenza per poter stare dietro a Cristo conformemente a ciò che egli ha insegnato e voluto.

Alla «folla numerosa che andava con lui»2, il Signore rivolge parole severe a coloro che intendessero seguirlo; si fermino prima a considerare se sono in grado di affrontare una sequela che, tra le altre cose, mette in conto di essere disposti anche a perdere la vita, altrimenti conviene desistere.

Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: «Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro». O quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace3.

Prima di scegliere se seguire o meno il Signore, si deve quindi valutare con attenzione a cosa e quanto si è disposti a rinunciare pur di ricevere la ricompensa promessa ai discepoli. Per Gesù è meglio non diventare suoi discepoli piuttosto che diventarlo, ma poi non riuscire a perseverare fino all’ultimo istante della vita quaggiù nella propria decisione. Se, conosciute le condizioni della sequela, non si è disposti a fare ciò che chiede il Signore, è meglio rinunciare subito e continuare la propria vita scegliendo di andare dietro ad un altro… o a sé stessi. «Dio […] vuole completare la costruzione del suo regno e a!rontare il combattimento definitivo. Per questo impegna solo operai e soldati pronti a lasciare tutto per servirlo»4.

La vita cristiana comincia quando uno assume la consapevolezza che le condizioni per la sequela le ha decise Cristo – e non lui – e sono identiche per tutti.

Ecco, questo è appunto il secondo obiettivo: offrire un contributo che individui ciò che è comune a tutti i credenti/ discepoli a prescindere dai diversi stati di vita: ministero pastorale – o della guida – religiosi/e, matrimonio ecc. Per comprendere con lucidità gli elementi distintivi dei diversi stati di vita, e nel caso ricomprenderli nella prospettiva di un rinnovamento, è necessario innanzitutto individuare ciò che è essenziale nella vocazione battesimale, ossia ciò che appartiene a tutti e da tutti dovrebbe essere vissuto prima ancora di ciò che è espressione di una vocazione specifica.

Potrà questo mio studio contribuire a superare quel clericalismo che in molti ritengono costituire la causa di relazioni alienate nell’ambito delle comunità ecclesiale?

Ogni capitolo del libro è dedicato ad un aspetto della sequela del Signore che, come già dicevo più su, io considero essenziale. I primi paragrafi di ogni capitolo fondano gli argomenti dal punto di vista storico5, i successivi approfondiscono il tema. A

conclusione di ogni capitolo alcune domande intendono favorire il confronto tra il proprio vissuto e ciò che si è appreso grazie alla lettura.

Cominciamo dunque a consultare le pagine evangeliche per comprendere come si è comportato il Signore Gesù con quanti egli chiamava alla sua sequela e cosa ad essi richiedeva.

Note

1 Cfr. Mzizr J. P., Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico. 1. Le radici del problema e della persona, Queriniana, Brescia 20063, pp. 405-410.

2 Lc 14,25.

3 Lc 14,28-32.

4 Bo’o( F., Vangelo di Luca, vol. II, Paideia-Claudiana, Torino 2019, p. 579.

5 La consultazione di alcuni studi sul Gesù storico – la celebre terza ricerca – è stata indispensabile allo scopo di fondare scientificamente il mio lavoro, soprattutto nei primi paragrafi di ogni capitolo. Mi sono rivolto alle opere di illustri ricercatori, in particolare a quelle di John Paul Meier (recentemente scomparso). Per tale ragione il lettore troverà citato abbondantemente il suddetto autore al quale devo straordinaria gratitudine.

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