Il discorso che Gesù fa in questo brano inizia con una parola un po’ scomoda: “tutto”. Dobbiamo davvero accettare ogni cosa data da Dio? Anche le prove? Anche la morte? Spesso la nostra idea di felicità è un insieme che non comprende queste cose, tendiamo ad allontanarle e nasconderle.
Nonostante ciò, sappiamo bene che non possiamo ignorarle a lungo e prima che ce ne possiamo rendere conto tornano a disturbare la nostra quiete finta. Allora qual è la soluzione? C’è davvero qualcuno che attende con gioia come farebbe con un familiare la “sora nostra morte corporale”?
Gesù ci spiega come fare e ci invita a un tipo di morte strano e demodè: la morte dell’ego. Egli si pone come esempio e ci insegna a seguire un’unica volontà: quella del padre. Dio desidera che noi scopriamo l’importanza di ogni cosa che ci dà e che la accettiamo come un dono. Ciò può essere fatto solo “vedendo il Figlio”.
Come fare a vedere Gesù nella nostra quotidianità così frenetica? In tutti gli avvenimenti della vita e in tutte le persone che incontriamo sul nostro cammino? La ricetta è impegnativa, ma unica: bisogna rallentare e guardare con gli occhi di Dio, con gli occhi dell’amore. Solo facendo così riusciremo a godere pienamente dei doni del Signore. Solo vivendo ogni giorno senza perdere mai la speranza riusciremo a vivere la Vita eterna.
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