Ci prepariamo alla 31esima domenica e cosรฌ a piccoli passi ci stiamo avvicinando alla 34esima, ultima domenica del tempo ordinario, nella quale contempleremo Gesรน, Re dellโUniverso. Come ho giร avuto modo di dire, lโAnno Liturgico รจ la nostra vita in miniatura, la vita ยซin scalaยป: in esso vediamo lo svolgersi dellโintera nostra esistenza. Un pellegrinaggio โ quello della vita โ tutto orientato allโincontro con il Signore Dio, il Vivente e oggi Re dellโUniverso.
Lungo questo cammino il Signore ci accompagna e attraverso la Liturgia ci educa, ci forgia, ci corregge per arrivare preparati a questo Atto Ultimo della vita. Se perdiamo di vista questo orizzonte, molte proposte del Signore non le comprenderemo, ma se teniamo fisso lo sguardo alla Meta, allora capiremo che ogni tassello รจ finalizzato a farci trovare pronti, con le lampade accese (cfr Mt 25,25ss). Le guide servono a questo: valeva per gli scribi e i farisei del tempo di Gesรน (vedi vangelo) e, attualizzando, vale per i sacerdoti oggi; e poi vale per tutti: genitori, educatori, maestri, allenatori, padriniโฆ perchรฉ ciascuno รจ in fondo ยซguidaยป per chi incontra lungo il cammino della vita. Non ci salviamo da soli, ma insieme. E oggi la Liturgia ci offre proprio una riflessione su questo dono e questa responsabilitร .
Il testo della prima lettura, tratta dal profeta Malachia, richiama le guide del popolo alla loro responsabilitร : non basta avere il titolo, se poi non si assolve al dovere: ยซAvete deviato dalla retta via e siete stati dโinciampo a molti con il vostro insegnamentoโฆ Perciรฒ anche io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perchรฉ non avete seguito le mie vieโฆ avete usato parzialitร nel vostro insegnamentoโฆยป. Il testo รจ particolarmente duro, ma dettato da una convinzione profonda: ยซPuรฒ forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due?โฆยป (cfr Lc 6,39). Si comprendono cosรฌ le parole del salmo che segue la prima lettura: una supplica consapevole e dolce, un atto di abbandono nelle mani di Dio, perchรฉ il cuore non monti in superbia: ยซSignore, non si esalta il mio cuoreโฆ non vado cercando cose grandiโฆ Resto quieto e sereno: come un bimbo in braccio a sua madreโฆยป. Per questo un vero maestro, una vera guida รจ proprio colui che resta saldo nel Signore, come il tralcio alla vite (cfr Gv 15,1-8).
vv. 1-7: ยซGesรน si rivolse alla folla dicendo: โSulla cattedra di Mosรจ si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e os servate tutto ciรฒ che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perchรฉ essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattรจri e allungano le frange; si compiacciono dei posti dโonore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati โrabbรฌโ dalla genteยป.
In queste domeniche abbiamo meditato su alcune diatribe tra Gesรน e i farisei-sacerdoti e che il brano odierno sembra riassumere. La parabola dei due figli, dei quali il primo dice no ma poi va, il secondo dice si, ma poi non va (Mt 21,28-32, XXVI domenica) sembra riflettere lโespressione odierna ยซdicono e non fannoยป: รจ lโespressione di una mancata relazione autentica tra padre e figlio e quindi tra Dio che chiama il figlio, gli affida il compito e lo invia ad agire, e il figlio che accetta a parole ma poi non fa. Segue poi lโaccusa di Gesรน per la stortura nelle relazioni con gli altri: ripensiamo agli operai della vigna chiamati a varie ore del giorno: i primi sono arrabbiati perchรฉ gli ultimi hanno ricevuto come loro lo stesso salario.
Anzichรฉ guardare alla gioia di stare col Padre, guardano al profitto (XXV domenica, Mt 20,16), fatto che ritroviamo condannato nelle parole odierne di Gesรน: ยซcostringono a fare ciรฒ che neanche loro fannoยป. Una terza e forse la piรน pesante accusa, va al cuore di tutte le storture, ossia ritenersi padroni quando si รจ solo affidatari: si pensi alla parabola della vigna dove il padrone anzichรฉ ricevere i frutti del raccolto si ritrova servi e Figlio uccisi, perchรฉ i servi si sono illusi di impossessarsi della vigna e mostrarsi ยซpadroni-migliori di altriยป (XXVII domenica, Mt 21,33-43). Condotta che possiamo vedere riflessa nelle odierne parole di Gesรน: ยซTutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla genteยป. Dallโinsieme dei testi comprendiamo che cโรจ la ยซCattedra di Mosรจยป, ossia cโรจ un qualcuno che รจ chiamato ad assolvere a un compito a favore del popolo. Un servizio per ricordare quanto Dio ha compiuto lungo la storia per liberare il popolo dalla schiavitรน, e per indicare la via per custodire questa memoria continuando a vivere in un cammino di libertร . Ma chi รจ stato chiamato a questo servizio e ha accettato di assolvere a questo compito, ha tradito. La denuncia รจ chiara. Dicono ma non fanno, legano fardelli inutili a tal punto da svuotare la Legge di Mosรจ con le loro stesse prescrizioni umane (cfr Lc 7,8); fanno non per servire ma per mettersi in mostraโฆ Gesรน denuncia questo agire e invita gli uditori a vivere diversa mente.
vv. 8-12: ยซMa voi non fatevi chiamare โrabbรฌโ, perchรฉ uno solo รจ il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate โpadreโ nessuno di voi sulla terra, perchรฉ uno solo รจ il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare โguideโ, perchรฉ uno solo รจ la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi รจ piรน grande, sarร vostro servo; chi invece si esalterร , sarร umiliato e chi si umilierร sarร esaltatoยป.
Dopo la dura denuncia verso farisei e sacerdoti, Gesรน non invita alla ribellione, ma a coltivare un altro stile di vita, a ricordarsi e riconoscere che non si vive e non ci si salva da soli; per questo dice: ยซMa voi non fatevi chiamare rabbรฌ, perchรจ uno solo รจ il vostro Maestro e voi siete tutti fratelliโฆ Uno solo รจ la vostra Guidaยป. La proposta di Gesรน รจ quella di mettere ordine nella nostra vita, di riordinare pensieri e affetti affinchรฉ tutto sia orientato verso il Vero, il Giusto, il Bello. Verso Dio. Un processo che non segue la logica del mondo: ยซI miei pensieri non sono i vostri pensieriยป (Is 55,8, XXV domenica: testo che aiutava a comprendere il passo del vangelo dedicato agli operai della vigna pagati tutti allo stesso modo!).
O che dire delle domeniche dedicate alla Misericordia, quando Gesรน invita a perdonare 70 volte sette: anche qui, lโagire di Dio รจ lontano dal nostro agire (XXIV domenica, Mt 18,21-35). Questi esempi che ci aiutano a cogliere che seguire Gesรน come Guida non รจ facile, non รจ secondo il mondo, come bene si evince dalle parole di Gesรน stesso: ยซChi si umilierร sarร esaltatoยป. Ma bisogna prima umiliarsi! Ed รจ qui la vera grandezza. E uno solo รจ la Guida in grado di prepararci a questo, come Lui stesso ci ha mostrato: ยซโฆSi alzรฒ da tavola, depose le vesti, prese un asciugamanoโฆ Vi ho dato un esempio, perchรฉ anche voi facciate come io ho fatto voiโฆยป (Gv 13,1-15).
La proposta di Gesรน รจ far parlare i fatti, non le parole! ร evitare di recitare ma imparare a vivere; รจ evitare inutili e dannosi esibizionismi e vivere il culto in spirito e veritร (cfr Gv 4,23). Alcuni dettagli aiutano a capire. Portare dei segni visibili, chiamati โfilatteriโ (=preghiera) voleva dire che ci si riconosceva nel Dio che ha liberato il popolo dalla schiavitรน (es 13,9-16), invece erano diventati sempre piรน grandi e preziosi pur di farsi ammirare e ritenendosi migliori. Cosรฌ valeva per il mantello, simbolo di protezione e testimonianza che credi che Dio ti protegge; invece anche qui, diventa una sfilata di moda per farsi ammirare! Da questo Gesรน mette in guardia: ยซMa voi non cosรฌโฆยป.
Gli ammonimenti di Gesรน, al tempo rivolti a scribi e sacerdoti, oggi sono rivolti a ciascuno di noi, alle nostre coscienze. Gesรน si propone quale unica Guida, unico Maestro e lo predica facendo, mostrando un altro modo di essere e di agire: ama per primo, perdona oltre misura, accoglieโฆ e anche se appare una proposta impegnativa, controcorrente, si tratta di un ยซpeso leggero e soaveยป perchรฉ Lui lo porta con noi (cfr Mt 11,29-30).
- Pubblicitร -
Nessuno puรฒ sentirsi estraneo o escluso dalla critica che oggi Gesรน rivolge. Siamo invitati a lasciarci interpellare da questa Parola cosรฌ chiara ed esigente, a interrogarci dove siamo mancanti. Chissร quante scelte compiamo per farci notare โ anche noi preti, e anche molte e troppe nostre liturgie! -; chissร di quante parole ยซevangelicheยป e ยซliturgicheยป ci riempiamo la bocca solo per farci credere migliori degli altri e fino a umiliare gli altri! Ecco, Gesรน ci invita a cambiare direzione, vita. Ne vale la nostra vera gioia, ne vale la nostra salvezza: e il tempo stringe. Si, ma come fare, dove andare, chi seguire? Penso che il Signore risponderebbe: ma come, dopo tanto tempo che cammino con voi non lโhai capito? ยซIo sono la via, la veritร e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di meยป (Gv 14,5-6). Non ci sono ragionamenti da fare, ma impegni da assumere, sapendo che vivere il vangelo, seguire il Signore Gesรน, nostra Guida, รจ garanzia di gioia vera: ยซSapendo queste cose, siete beati se le mettete in praticaยป (Gv 13,17).
Mt 23, 1-12 | don Andrea Vena 73 kb 19 downloads
XXXI domenica del tempo ordinario, anno A (5 novembre 2023) Ml 1,14b-2,2b.8-10 SalโฆPer gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.