Commento al Vangelo del 25 novembre 2012 – mons. Andrea Caniato

12PORTE  – Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo

La solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re di tutte le cose chiude il ciclo dell’anno liturgico: una festa di istituzione relativamente recente, che però ha profonde radici bibliche e teologiche.
Il titolo di “re”, riferito a Gesù, è molto importante nei Vangeli e permette di dare una lettura completa della sua figura e della sua missione di salvezza.
Il Vangelo ci ripropone una parte del drammatico interrogatorio a cui Ponzio Pilato sottopose Gesù, quando gli fu consegnato con l’accusa di aver usurpato il titolo di “re dei Giudei”.
Alle domande del governatore romano, Gesù rispose affermando di essere sì re, ma non di questo mondo.
Egli non è venuto a dominare su popoli e territori, ma a liberare gli uomini dalla schiavitù del peccato e riconciliarli con Dio. Ed aggiunse: “Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”.

La via per giungere a questa meta è lunga e non ammette scorciatoie: occorre infatti che ogni persona liberamente accolga la verità dell’amore di Dio.
Egli è Amore e Verità, e sia l’amore che la verità non si impongono mai: bussano alla porta del cuore e della mente e, dove possono entrare, apportano pace e gioia. Questo è il modo di regnare di Dio; questo il suo progetto di salvezza, un “mistero”.

Al centro di questo percorso di rivelazione della regalità di Gesù Cristo sta ancora una volta il mistero della sua morte e risurrezione.
Quando Gesù viene messo in croce, i capi dei Giudei lo deridono dicendo: “E’ il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui”.

In realtà, proprio in quanto è il Figlio di Dio, Gesù si è consegnato liberamente alla sua passione, e paradossalmente è proprio la croce il segno della sua regalità, che consiste nella vittoria della volontà d’amore di Dio Padre sulla disobbedienza del peccato.

Ma in che cosa consiste il “potere” regale di Gesù? Non è quello dei re e dei grandi di questo mondo; è piuttosto il potere divino di dare la vita eterna, di liberare dal male, di sconfiggere il dominio della morte.
È il potere dell’Amore, che sa ricavare il bene dal male, intenerire un cuore indurito, portare pace nel conflitto più aspro, accendere la speranza nel buio più fitto.
Questo Regno della Grazia non si impone mai, e rispetta sempre la nostra libertà.
Scegliere per Cristo non garantisce il successo secondo i criteri del mondo, ma assicura quella pace e quella gioia che solo Lui può dare.
Siamo al cambio dell’anno liturgico; ogni giorno il calendario ci propone il nome di un santo: sono i nomi di tanti uomini e donne che durante i secoli, in nome di Cristo, in nome della verità e della giustizia, hanno saputo opporsi alle lusinghe dei poteri terreni con le loro diverse maschere, e hanno scelto la dolce e liberante regalità di Cristo.
(don Andrea Caniato)

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