Contempliamo ancora Gesù che istruisce i suoi discepoli per mezzo di una parabola: racconta che un padrone di molte ricchezze decide di affidare tutto quanto possiede al suo amministratore più fidato, affinché sia custodito e protetto durante la sua assenza.
Una caratteristica di questo amministratore che viene evidenziata è il prendersi cura delle servitù del suo padrone, ancora prima che dei beni di sua proprietà. Il servo è chiamato ad amare la servitù del suo padrone con quell’amore con cui egli stesso la ama e a prendersi cura dei suoi beni come fossero i propri.
Ciascuno di noi nella sua quotidianità può trovarsi nella condizione di questo servo: quella di essere responsabile, nel suo piccolo o grande, di persone o beni e a essere chiamato a prendersi cura di qualcuno (la propria fidanzata, il proprio fidanzato, la moglie, il marito, la comunità, la famiglia, gli amici… ) o a prendere decisioni importanti per se stesso e per altri.
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Il Signore ci conceda la grazia di agire sempre come il suo servo più fidato. Ci renda capaci di amare le persone che ci sono accanto con lo stesso amore con cui Lui stesso li ama, senza impadronircene.
Sara Zaccarini
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato