Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 24 Ottobre 2023

Lo so bene. È lunga la vita, anche se diciamo che il tempo corre e ci sfugge di mano. No, non è così. Al contrario. La vita è lunga, soprattutto quando facciamo fatica, quando una tragedia entra in casa, quando la malattia o il lutto stravolgono i nostri progetti, quando una relazione si complica o si svuota.

Allora, nonostante la fede sincera, e la speranza, e l’immensa fiducia che riponiamo in Dio, il tempo si dilata all’infinito, lo patiamo, ci sembra insopportabile. Il tempo della gioia, invece, è breve e vorremmo durasse per sempre, ma sappiamo bene, come dice il salmo, hai nostri anni sono quasi tutti fatica e dolore, passano in fretta e noi ci dileguiamo (Sal 89,10).

E credere non è semplice: essere discepoli richiede disciplina, allenamento, costanza, fiducia, soprattutto in questi tempi in cui, dopo avere raccolto quanti altri avevano seminato, siamo duramente confrontati con un mondo occidentale che disprezza aspramente noi cristiani.

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E quello che abbiamo vissuto, gli anni degli incontri, delle chiese piene, dei campi-scuola, sembra svanire, facendo i conti con una fede ormai condivisa da una minoranza (spero motivata e consapevole).

Lo sa bene il Maestro Gesù: ci conosce nel profondo, sa di cosa siamo plasmati, sa che orientare il nostro cuore a Dio richiede costanza. Allora ci ammonisce: tenete duro, fatelo come chi aspetta uno sposo, fatelo sapendo che verrà prima dell’alba.

Fatelo come gli scalpellini medievali, che ogni giorno lavoravano ad una pietra da squadrare sapendo che mai avrebbero visto finita la Cattedrale che stavano contribuendo a innalzare. A volte, come cristiani in occidente, abbiamo l’impressione di vivere una lunga notte, un tempo indefinito di crisi, di ricerca di identità, di irrilevanza.

Eppure proprio nella notte le cose si fanno più chiare, si smorzano i rumori (soprattutto quelli dell’anima), la mente si acquieta. Non siamo soli a vegliare, non siamo soli ad attendere… Tornerà, lo sposo. E il cuore già trabocca.

FONTE: Amen – La Parola che salva

Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 12,35-38

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