Gesù biasima l’uomo che raccoglie i suoi beni nei suoi granai e ne costruisce di più grandi per tenere tutto per sé. In contrasto con la parabola dell’amministratore disonesto, che viene lodato perché con la ricchezza disonesta si è procurato degli amici. Questo desiderio di ricchezza, questa ansia di possesso, cosa nascondono? Un richiamo ancestrale alla sopravvivenza e al potere. Innanzitutto l’ansia di procurarsi degli averi per sopravvivere.
Ma Dio ci promette di vestire anche i gigli del campo: occorre avere il coraggio di lasciare spazio alla sua gratuità togliendo la nostra volontà egoistica di possesso. Questo è un atto di fede e fiducia in Dio, e inoltre un atto di rispetto verso gli uomini: nell’ansia di possedere infatti si prende tutto ciò che si può, noncuranti di chi è intorno a noi, del bisogno degli altri.
L’altro istintivo richiamo è quello del potere e della ricchezza: finiamo così per contemplare ciò che è materiale, e fissare lì continuamente il nostro sguardo lodando noi stessi per un risultato che non è nostro: ogni cosa esiste perché creata da Dio e donata. Forse la colpa è proprio quella di non riconoscere tutto come dono.
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Invece “la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”. Dobbiamo darci da fare ad accumulare ricchezza d’animo, che spesso richiede il sacrificio di ciò che è materiale, del benessere. Quella ricchezza però non svanisce e rimane scritta a lettere di fuoco nel nostro cuore, ovunque noi andiamo. Così diceva Giussani: “Occorre questo strano fenomeno, un distacco.
Per amare veramente una persona occorre un distacco: adora di più la sua donna un uomo che la guarda a un metro di distanza, meravigliato dell’essere che ha davanti, quasi inginocchiato, anche se in piedi, quasi inginocchiato davanti ad essa; o quando la prende?”
Per riflettere
Preghiamo il Signore perché ci doni la verginità, cioè il santo distacco, nel trattare le cose e le persone in modo da non cedere al possesso ma essere pieni di meraviglia.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi