Dante dice che Luca è lo scriba mansuetudinis Christi, lo scriba della tenerezza di Cristo. Ed oggi ringraziamo il Signore per averci dato l’evangelista Luca e ringraziamo lui per il suo lavoro puntuale, preciso, appassionato.
Come noi, Luca non ha mai visto Gesù in vita sua. Come noi, è stato evangelizzato da Paolo, che non ha mai visto Gesù in vita sua. Eppure ha accolto l’annuncio con passione e stupore, lasciandosi divorare dal fuoco della fede, restituendoci il volto di un Gesù compassionevole, misericordioso, innamorato.
Il vangelo di Luca è il vangelo dell’annuncio, della preghiera, della Chiesa, delle donne e, appunto, della tenerezza. E a Luca chiediamo di tenere sempre nel cuore l’essenza del Vangelo che è il disvelarsi di un volto compassionevole e pieno ‘di luce, di un Dio che cura i passeri e va in cerca della pecora perduta, che attende con amore il figlio fuggiasco.
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È bello pensare che dietro le pagine del vangelo ci sia una persona in carne e ossa che ha vissuto quello che sta scrivendo. E nel caso di Luca, un discepolo che ha dovuto informarsi dei fatti non essendo stato presente alla predicazione di Gesù.
È bello immaginare l’evoluzione spirituale del pagano di Antiochia che, chissà quando, ha ascoltato quel turco di Saulo parlare di un ebreo proclamandolo figlio di Dio. Leggendo le pagine del suo vangelo, riusciamo a cogliere la sensibilità squisita di Luca, la sua anima dilagante, il suo percorso interiore.
È bello sapere che la Parola che Dio rivolge agli uomini passa attraverso le parole di Luca e le nostre parole. Come scrive benissimo l’evangelista Giovanni alla fine del suo testo, ognuno di noi potrebbe Scrivere il suo Vangelo raccontando agli altri la propria esperienza.
Che bello credere in un Dio che vuole fare delle nostre vite una buona notizia per coloro che oggi incontreremo. Facciamo di questa giornata una pagina scritta dell’amore di Dio per l’umanità.
FONTE: Amen – La Parola che salva